Avis, raccolta di plasma in crescita del 12%

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I donatori e le donatrici dell’Emilia-Romagna, nonostante la pandemia, hanno contribuito – donando in sicurezza – all’autosufficienza regionale di sangue e plasma. Il sistema sangue ha aiutato le regioni più in difficoltà, cedendo più unità di sangue di quelle programmate.

A livello regionale, nei primi 10 mesi del 2020 la raccolta di plasma per la produzione di farmaci salvavita è cresciuta del 12%, a fronte di un contenuto calo della raccolta di globuli rossi, intorno al 4%, dovuto anche alla necessità di diluire gli appuntamenti delle donazioni per la sicurezza di tutti .

Oltre alla raccolta di sangue e plasma le Avis dell’Emilia-Romagna hanno aiutato le proprie comunità durante la pandemia. Sono 47 i progetti messi in campo dalle sedi locali per un totale di oltre 100 mila euro: dai contributi per l’acquisto di presidi medici per le Aziende sanitarie locali alla spesa a domicilio e alla distribuzione di mascherine, dalla raccolta alimentare per i cittadini più fragili alla messa a dimora di nuovi alberi.

I DATI

Il 2020 sarà un anno difficile da scordare anche sotto il profilo dell’associazionismo del sangue e del sistema trasfusionale. Non esiste evidenza scientifica di trasmissione del coronavirus attraverso gli emocomponenti, ma naturalmente un lieve calo della raccoltà nei mesi più difficli (tra marzo e maggio) c’è stata ugualmente: per le difficoltà di spostamento dei donatori, le incertezze normative ed emotive, la diluizione delle prenotazioni che si è resa necessaria per garantire la sicurezza e il distanziamento fisico tra i donatori.

Nel 2019, 144.876 soci e socie Avis della regione hanno donato, gratuitamente, volontariamente, periodicamente e anonimamente: 193.925 mila unità di globuli rossi (patologie congenite, ustioni, trapianti,

incidenti, operazioni ortopediche e oncologiche, bambini prematuri, terapie senili). 52.222 mila unità di plasma inviate in conto-lavorazione dal Servizio Sanitario regionale e restituite sotto forma di farmaci salvavita per la cura di diverse patologie tra cui l’emofilia, e per terapie di contrasto a diversi virus.

Nel 2020 la raccolta ma anche l’utilizzo terapeutico dei globuli rossi sono calati a causa della pandemia. Questo ha consentito un maggior contributo dell’Emilia-Romagna ad altre regioni in difficoltà come Campania, Lazio e Sicilia. Molti donatori di sangue sono stati indirizzati alla donazione di plasma, che è cresciuto di circa il 12%. Per il protocollo di plasma iperimmune partito nel tardo autunno e per la trasfusione di plasma per uso compassionevole nei malati di covid, la selezione dei donatori è demadata alle Aziende sanitarie del territorio e non direttamente alle sedi Avis. Circa il 5% della popolazione tra i 18 e i 65 anni dona sangue o plasma. I punti di raccolta associativa sono 172 su 328 Comuni, coprendo oltre il 90% del territorio regionale.

Mai come nel 2020 le sedi Avis in regione sono state di supporto alle proprie comunità. Perché la nostra mission è anche la coesione sociale e lo sviluppo dei concetti di solidarietà e sussidiarietà: sono stati ben 45 i progetti di Avis sul territorio sin dalle primissime fasi della pandemia: dalle donazioni economiche a strutture sanitarie pubbliche alla distribuzione di mascherine ai donatori e ai cittadini. Dalla confezione di pacchi alimentari per gli abitanti in difficoltà all’acquisto di presidi medici per contrastare il covid. Dalla spesa a domicilio agli anziani fino a interventi di manutenzione di spazi pubblici, compresa la messa a dimora di nuovi alberi. La cifra complessiva messa a disposizione dalle Avis per la comunità è di circa 100 mila euro. E centinaia di ore di volontariato.

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