
Storie di ragazze e donne che hanno vissuto o vivono con coraggio il loro tempo e sono esempio di ribellione contro convenzioni, discriminazioni, stereotipi culturali. Ce le racconta “Quelle ragazze ribelli” del Teatro Due Mondi: “storie di coraggio”, come recita il sottotitolo dello spettacolo in scena al Teatro Filodrammatici di Piacenza martedì 11 marzo nel cartellone della Rassegna di teatro scuola “Salt’in Banco” curata da Simona Rossi e organizzata da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj e Jacopo Maj, con Fondazione Teatri di Piacenza, la collaborazione dell’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita e il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Doppia recita alle ore 9 e alle ore 10.45 per le scuole secondarie di 1° grado e superiori.
“Quelle ragazze ribelli”, programmato non a caso in prossimità della data dell’8 marzo, è uno spettacolo che si compone di vicende di donne straordinarie che hanno avuto la forza di far valere la loro personalità e le loro idee, le loro passioni e le loro aspirazioni, che si sono battute per difendere i diritti umani fondamentali. Il testo è di Gigi Bertoni, la regia di Alberto Grilli, in scena le attrici Tanja Horstmann e Maria Regosa.
Giochi di ombre, coreografie e un ricco commento musicale che spazia dal jazz al pop di Jovanotti, accompagnano questo viaggio nella storia dalla fine del diciannovesimo secolo fino ad oggi, in un saliscendi ritmico che cattura l’attenzione dello spettatore, porta il pathos, stempera il dramma, strappa sorrisi e fa emozionare. E così la staffetta partigiana Teresa ci sembra familiare, Rosa Parks non ci appare poi così lontana nel tempo, la dolcezza di Malala subito ci conquista, la storia di Giulia, vittima del bullismo, ci risulta vicina.
Discriminazioni di genere e di razza, il dramma della guerra, i soprusi verso i più deboli, il bullismo, la mancanza di libertà di espressione: questi sono i campi di battaglia su cui le nostre “ragazze” devono combattere, territori di paura purtroppo sempre attuali e che ci toccano più o meno da vicino. Nel tentativo di superare il cliché del maschio come forza e della donna come fragilità, questo spettacolo vuole essere un contributo affinché ragazzi e ragazze crescano consapevoli di essere una parte importante di un tutto che vede ogni “genere” uguale tra uguali.
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