Aprono lunedì 15 giugno, come concordato in Conferenza sociosanitaria territoriale, i Punti di Primo intervento di Fiorenzuola e Castel San Giovanni. In questo modo i cittadini delle due vallate saranno sgravati dall’onere dell’accesso a Piacenza per problemi sanitari minori. I PPI saranno aperti H12, dalle ore 8 alle 20 e vedranno la presenza costante di un medico, infermieri e operatori socio sanitario. I pazienti saranno accolti al triage: qui l’infermiere valuterà il loro profilo di rischio relativamente all’infezione da coronavirus. Qualora fosse rilevata la possibilità che il cittadino sia positivo o sospetto positivo, la persona è ricoverata in un’area completamente isolata del reparto; lì attenderà il trasporto al pronto soccorso di Piacenza per il successivo ricovero nell’ospedale cittadino.
Consulenze diagnostiche avanzate
I Punti di Primo intervento possono contare sulle consulenze diagnostiche avanzate dei reparti di Radiologia dei due presidi, dove sono disponibili TAC, ecografia e radiografia tradizionale, e potranno prendere in carico le patologie dei cittadini, valutando poi, una volta definita la diagnosi, la dimissione per proseguire la cura a domicilio o la centralizzazione su Piacenza nei casi più gravi per il ricovero o per consulenze di secondo livello.
Le equipe di professionisti sono in grado di trattare ogni evenienza dei cittadini che si rivolgono direttamente al Pronto soccorso; ma entrambi i primari, Bernardo Palladini, responsabile del reparto di Fiorenzuola, e Cristina Maestri a Castel San Giovanni, raccomandano di chiamare per quanto possibile il 118.
“Questo vale soprattutto quando ci sia il sospetto di essere affetti da patologie quali l’infarto o l’ictus, rispetto alle quali il tempo di inizio della cura può fare la differenza”.
“Voglio ribadire ai cittadini che non viene assolutamente messa in dubbio la funzione di Pronto soccorso dei due ospedali; entrambi riprenderanno la loro attività H24,esattamente come nel periodo precedente la pandemia”. Così Luca Baldino, direttore generale dell’Azienda Usl di Piacenza –
“La necessità è di prevedere strutturalmente tre percorsi distinti; pazienti Covid, noCovid e pazienti con caratteristiche cliniche, epidemiologiche e/o ecografiche non immediatamente classificabili. Ma anche di procedere alla discriminazione del rischio di presenza del virus nelle persone che accedono al Pronto soccorso; e ancora di più in quelli che poi devono essere ricoverati fanno però ritenere necessario attendere ancora un breve periodo, in funzione dell’andamento della pandemia, per la riapertura completa dei due reparti”.
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