“Vogliamo i nostri pocket money”, protesta dei migranti alla cooperativa sociale L’Ippogrifo. Si tratta di una protesta pacifica di cui si fa portavoce il coordinamento migranti di Bologna.
In un video, uno dei migranti ospitati dalla cooperativa spiega i motivi della protesta: “Eravamo a Bologna e siamo stati trasferiti a Piacenza lo scorso 10 ottobre. Da quel giorno non abbiamo ricevuto il nostro pocket money. Siamo senza permesso di soggiorno e non possiamo lavorare. Ci siamo rivolti agli uffici della cooperativa e ci hanno detto che la prefettura non ha pagato al centro i soldi per il pocket money. Quindi siamo andati in prefettura e ci hanno detto di aspettare il 16 gennaio. A quel punto, durante l’incontro, abbiamo chiesto di avere il pocket money arretrato anche degli ultimi due mesi“.
L’intervista a questo link:
https://www.facebook.com/watch/?v=718603146909025
La nota con i motivi della protesta
La Cooperativa Sociale l’Ippogrifo di Piacenza dichiara nei propri documenti pubblici di basarsi su valori quali libertà, solidarietà ed equità. Tuttavia, secondo quanto riferiscono i migranti dei centri di accoglienza da loro gestiti, la realtà non rispecchia tali principi. In particolare, nelle strutture gestite dalla cooperativa, i migranti non ricevono da diversi mesi il modesto Pocket Money a cui hanno diritto. Questa somma, di poco superiore ai 2 euro giornalieri, dovrebbe garantire ai migranti un minimo di autonomia economica, eppure viene loro regolarmente negata o data con moltissimo ritardo.
Alcuni migranti dell’Assemblea dei migranti del Mattei sono stati trasferiti a Piacenza a ottobre e ancora non hanno visto nemmeno un euro. Da alcune settimane hanno così deciso di sollevare la questione e di reclamare ciò che è loro dovuto. Dopo aver portato l’attenzione sul problema, sono stati convocati dall’ufficio della Cooperativa per domani, martedì 16 gennaio. Vedremo se questa riunione servirà per perdere ancora tempo o se servirà per dare immediatamente quanto dovuto loro da diversi mesi. Nel caso contrario, la mobilitazione contro la Cooperativa sarà intensificata e allargata. Il Coordinamento migranti avrà cura di denunciare pubblicamente e diffusamente le responsabilità della cooperativa in merito a una situazione che non può più proseguire.
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