“Non volevamo bloccare il traffico in tangenziale come protesta, siamo dalla parte dei cittadini. Speriamo solo che restare in questo piazzale possa servire a qualcosa”. Protestano sia per loro che per gli italiani.
Protestano per loro, dal momento che i conti (quelli in banca) tornano sempre meno, tra materie prime a prezzo maggiorato o acquistato all’estero, burocrazia, costi.
Manifestano per gli italiani, perché a breve potremmo ritrovarci a dover mangiare carne creata in laboratorio o insetti. Quella degli agricoltori è una battaglia che riguarda tutti. Ed è questo il messaggio che loro stessi vogliono mandare.
A dire il vero questa mattina la tangenziale l’hanno bloccata eccome. Ma non faceva parte della manifestazione: immaginate centinaia di trattori che si danno appuntamento nel piazzale dello stadio Garilli alle 10,30, ebbene il traffico è inevitabile. Ma anche in questo caso gli automobilisti di passaggio suonavano e gesticolavano e non per mandare a quel paese i conducenti dei trattori. Suonavano e gesticolavano in segno di solidarietà. Perché molti cittadini hanno capito che senza l’agricoltura anche loro rischiano, in salute ed economia.
Le motivazioni della protesta sono tante e articolate. Una delegazione consegnerà un documento dettagliato al prefetto nel corso di un incontro previsto in serata. Ma a grandi linee, prima di entrare nel dettaglio, si possono sintetizzare così. Le materie prime e il carburante hanno raggiunto prezzi insostenibili che non possono competere con le retribuzioni. Gli agricoltori coltivano, ma i trasformatori (quelli che producono il cibo vero e proprio) preferiscono acquistare le coltivazioni all’estero: “Qui non è solo una questione economica che riguarda noi – spiega uno dei manifestanti – perché all’estero hanno la possibilità di utilizzare pesticidi e sostanze che qui in Italia sono illegali. E se sono illegali ci sarà un motivo: ne va anche della salute del consumatore”.
“L’Unione Europea punta a ostacolare l’agricoltura italiana per indebolire il mercato europeo e aprirsi a mercati esterni. Favoriscono l’importazione da paesi come Canada o Ucraina dove usano glifosato e l’introduzione di nuove abitudini alimentari tra insetti e carne in laboratorio”, commenta un altro.
“Dagli anni ’80 a oggi le aziende agricole sono passate da circa 3 milioni a un solo milione. Dobbiamo capire che noi siamo alla base della società perché siamo cibo, alimentazione”.
“L’agricoltura è l’unico comparto produttivo che è in grado di assorbire più anidride carbonica di quanta ne produce. Dovrebbero fare i jet privati elettrici per i ricchi“.
Per dovere di informazione riportiamo l’elenco delle richieste che gli agricoltori muovono allo Stato e all’Europa, utilizzando un documento ufficiale stilato dal Coordinamento Nazionale Riscatto
Agricolo.
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