Tanti, troppi, settori economici hanno subito una grave crisi a causa dell’emergenza sanitaria Covid19. Altri, invece, ne hanno addirittura beneficiato. E’ il caso del mercato legato agli animali da compagnia. Lo spiega Gianmarco Ferrari, presidente di Assalco (Associazione Nazionale Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia).
Andrea Bricchi ha intervistato Ferrari durante l’ultima puntata di MaChiÈKlaus, programma in onda sulle frequenze di Radio Sound.
“Il nostro in effetti si conferma un settore in continua crescita. Crescita che è proseguita in modo importante anche nel mese di marzo, il più critico sotto il profilo dell’emergenza sanitaria. C’è stato un momento in cui i cittadini hanno effettuato acquisti in quantità importanti per poter restare in casa il più a lungo possibile: i prodotti per i pet hanno seguito questo trend. Ora ovviamente questa tendenza sta rallentando e il mercato si sta livellando sui valori normali”.
“Il mercato del pet food in Italia vale oltre 2 miliardi di euro. Comprende gli alimenti per gli animali da compagnia preparati a livello industriale. Alimenti studiati da esperti e validati da veterinari; arrivano nelle nostre case dopo attenti controlli, prodotti che hanno conquistato negli anni la fiducia dei proprietari di animali”.
“In Italia si contano oltre 60 milioni di pet, l’equivalente di un animale per ogni cittadino. Si parla di circa 2,5 animali per famiglia. Sono membri della famiglia stessa e come tali vengono trattati: in particolare, durante l’emergenza sanitaria la loro presenza è stata ancora più importante”.
C’è anche un rovescio della medaglia: la crisi economica indotta dall’emergenza sanitaria potrebbe spingere alcuni proprietari ad abbandonare il proprio animale domestico?
“Sì, questo è un rischio concreto. Le associazione del settore, come la nostra, sono da sempre attente a questa problematica. E’ vero quello che dici, quest’anno sarà molto particolare. Devo dire che le aziende a noi associate sono molto sensibili a questo tema e supportano in forme diverse strutture che accolgono animali abbandonati. C’è molta attenzione in questo campo da parte delle aziende”.
Anni fa si pensava che gli animali non avessero un’anima, oggi la figura dell’animale domestico è cambiata?
“Da un punto di vista scientifico, l’animale domestico oggi è considerato un essere senziente. Questo, negli anni, ha fatto in modo che al pet venissero riconosciuti veri e propri diritti. L’animale domestico, non potendo parlare, viene considerato all’interno della famiglia come un neonato: il proprietario tende a interpretare i suoi bisogni sovrastimandoli per essere certo che abbia benessere. Questo ha cambiato anche il mercato nel corso degli anni”.
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