AGGIORNAMENTO – Prendiamo atto con soddisfazione che anche il Comune di Piacenza si è costituito oggi parte civile al processo Grimilde. Fin dall’arresto del presidente del consiglio comunale Caruso abbiamo atteso questa decisione. Lo sostiene Antonella Liotti referente di Libera Coordinamento di Piacenza.
E’ una notizia che riempie di orgoglio il Coordinamento piacentino di Libera, perché tutti noi ci siamo sentiti feriti e umiliati quando il presidente del consiglio comunale della nostra città è stato arrestato per ‘ndrangheta. Da quel momento, a livello nazionale, noi piacentini siamo stati associati a questa vicenda. Non importa che le imputazioni riguardassero vicende precedenti al suo incarico, Piacenza aveva in un alto ruolo istituzionale una persona connessa alla ‘ndrangheta, e tutti sappiamo che la ‘ndrangheta è una associazione da cui non ci si può dimettere.
Nei giorni scorsi anche noi abbiamo contribuito a preparare la documentazione per il nostro ufficio legale e questo ci ha reso orgogliosi: dal giorno dell’arresto del presidente del consiglio comunale, Libera Piacenza, le associazioni che ne fanno parte, i soci e soprattutto i giovani, tutti insieme abbiamo lavorato per studiare la ‘ndrangheta in Emilia Romagna e in particolare nella nostra provincia. Innumerevoli sono stati i convegni di studio che abbiamo organizzato e che organizzeremo. E sono veramente tanti i cittadini di Piacenza che ci seguono e sostengono in questo nostro lavoro. Per questo ci siamo costituiti parte civile, perché parte offesa da questi reati.
Ieri però abbiamo scoperto dai giornali, che il Comune di Piacenza non si è ancora costituito parte civile. Si sono costituiti la regione Emilia Romagna, i comuni di Reggio Emilia, Brescello e Zola Predosa, CGIL, CISL e Uil Emilia Romagna, Camera del Lavoro di Reggio e di Piacenza, oltre a Libera. Ma ripetiamo non ancora il Comune di Piacenza.
Questo ci stupisce, noi ci aspettiamo che il Comune di Piacenza, attraverso la sua sindaca Patrizia Barbieri, riscatti tutti i piacentini dal danno che abbiamo subito. Costituirsi parte civile al processo Grimilde vuol dire prendere le distanze da quanto accaduto, vuol dire dare un segnale forte da parte di tutta la città alle mafie: la nostra città è unita contro ogni tentativo di infiltrazione mafiosa.
In questo momento in cui la grave crisi economica può offrire uno spazio di azione alle mafie, e lo abbiamo visto anche con l’articolo della Stampa sull’ imprenditore edile piacentino avvicinato dalla ‘ndrangheta, la città deve essere unita contro le mafie, e questo lo può fare solo la giunta Barbieri costituendosi parte civile al processo Grimilde a nome di tutti i cittadini piacentini.
Per questo auspichiamo che la nostra città non si lasci sfuggire questa occasione di impegno civile e ci auguriamo di avere al nostro fianco il Comune di Piacenza, lunedì prossimo nella udienza in cui sapremo quali parti civili siano state ammesse al processo Grimilde.
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