Piccole azioni che aiutano l’intera comunità, anche dieci piacentini insigniti del “Premio del buonsenso”.
Cos’è il buonsenso? Che definizione dareste di “buonsenso”? A questa domanda, qualcuno potrebbe replicare: “In quale campo?”. Già perché a seconda del settore in cui ci caliamo il concetto di “buonsenso” può acquisire sfumature differenti. Partendo da queste domande è iniziata l’avventura di Fabrizio Ciancio.
Da undici anni residente in Florida (Stati Uniti), Ciancio dirige un’emittente radiofonica, Radio Italiana in Florida. Ebbene, proprio durante la sua carriera radiofonica ha maturato la decisione di premiare chiunque si spenda per il bene degli altri (animali e vegetali inclusi), omaggiare quelle persone che fanno del bene ma che per un motivo o per l’altro non ricevono mai nemmeno un “grazie”.
E così Ciancio è tornato in Italia e ora sta viaggiando di città in città per consegnare i riconoscimenti dovuti: si appoggia a realtà locali in grado di indicargli concittadini meritevoli di questa onorificenza e in ogni provincia si svolgono vere e proprie cerimonie. Nel momento in cui si è trovato ad approcciarsi a Piacenza, Ciancio ha preso contatti con Spazio Tesla, l’associazione guidata da Alberto Negri e da Laura Groppi.
I premiati piacentini sono stati: Piergiorgio Spaggiari, Franco Solia, Luigi Cavanna, Giuseppe Miserotti, Rosanna Chifari, Prospero Cravedi, Bruno Maugeri, Rita Nigrelli, Alberto Negri e Laura Groppi. La cerimonia si è tenuta alla Bellotta di Pontenure.
E’ stato anche istituito il Club del Buonsenso al quale è possibile aderire. Informazioni su www.buonsenso.club
Ma cos’è il buonsenso? E perché un premio del buonsenso?
“Ognuno da la propria definizione, ma io da 15 anni mi interrogo su cosa sia il vero buonsenso”, commenta Ciancio. “Mettendo insieme un po’ di informazioni sono arrivato a quella che per me è la definizione oggettiva. Il buonsenso, per me, è prendere una decisione che porta al miglior stile di vita del maggior numero di persone o creature viventi, compreso l’ambiente. Ma deve essere una soluzione a lungo termine, che tenga presente anche l’aspetto spirituale che è la base di tutto. Evidentemente oggi non stiamo usando abbastanza buonsenso perché la società sta andando male. Io voglio creare un club delle persone di buonsenso, un club che includa persone di scienza, dell’informazione, della ricerca. Attualmente queste persone agiscono da sole, nel proprio settore di competenza: se invece le riuniamo abbiamo la possibilità di comunicare l’uno con l’altro e abbiamo la possibilità di fare grandi cose”.
“Il premio nasce per premiare persone che si sono distinte per azioni anche minime, ma che hanno un senso logico di consapevolezza e coscienza”, commenta Alberto Negri. Per questa prima edizione, è stato preso in considerazione il biennio 2020 – 2022, non a caso l’anno del Covid. “Le persone di questo mondo hanno dovuto fare un salto epocale a volte per risolvere anche delle banalità e molte persone si sono prodigate per aiutare l’altro”, conclude Negri.
Qual è il legame tra buonsenso e scienza?
“Di quale scienza parliamo?”, tiene a specificare il professor Piergiorgio Spaggiari. “La scienza che abbiamo vissuto negli ultimi tre anni quando ci hanno inculcato informazioni scientifiche che non erano per nulla scientifiche su un virus, forse modificato? Ma questo virus lo abbiamo controllato e curato, abbiamo curato i nostri pazienti? Allora parliamo della scienza dei risultati che abbiamo ottenuto noi, o la scienza dei non risultati ottenuti dagli altri che si definivano scienziati? Nella vita dobbiamo mantenere i piedi per terra e la scienza dovrebbe marciare a un livello al di sopra delle parti. Ma certa scienza non lo fa e questo è un problema, perché a quel punto gli scienziati si dividono”.
“Nella nostra epoca troppe cose vengono rivestite di scienza ma scienza non sono e manca il buonsenso, cioè la capacità e l’umiltà di fermarsi, saper fare punto e a capo e riprendere con dei presupposti che portino a un effettivo miglioramento di una teoria o di una prassi”. E’ il commento del Dottor Giuseppe Miserotti, anch’egli insignito del “Premio del buonsenso”.
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