Durante il primo semestre del 2022 il ciclo economico internazionale è stato investito da un nuovo elemento di perturbazione. Parliamo ovviamente della guerra in Ucraina a febbraio a seguito dell’invasione russa, e il conseguente aumento dei prezzi dell’energia. Un elemento di perturbazione che si è andato ad aggiungere a quelli già presenti (cfr. in particolare le tensioni sui mercati di approvvigionamento delle materie prime), causando un rallentamento della ripresa post-Covid in atto.
Sono infatti peggiorate le aspettative di imprese e consumatori, mentre sono state messe in campo politiche monetarie restrittive per combattere l’aumento dell’inflazione. Questo ha determinato una revisione al ribasso delle stime e delle previsioni di crescita dell’economia. Se alla fine del 2021 si prospettava per il 2022 un incremento del PIL mondiale del 4,9%, oggi le stime a consuntivo si attestano su un valore molto più basso, +3,1%. L’area Euro dovrebbe crescere nel 2022 con la stessa intensità (+3,2%), mentre l’Italia dovrebbe fare qualcosa in più (arrivando a +3,9%), sostenuta maggiormente dalla domanda interna.
In tale contesto, che è pur sempre un contesto di sviluppo, anche l’economia piacentina ha manifestato un generalizzato trend al rialzo. La nostra economia prosegue – insieme all’economia regionale (e in non pochi casi facendo anche meglio di questa) – lungo il suo sentiero di crescita post-pandemico. Nei primi sei mesi del 2022 il sistema produttivo locale sembra infatti non aver ancora risentito della sfavorevole congiuntura internazionale e dell’aumento dell’inflazione, e registra in molti settori tassi di variazione positivi, portando a compimento in diverse occasioni – come mostra la tabella sotto riportata – il recupero dai minimi del 2020.
Ciò è certamente vero nel caso dell’industria manifatturiera, dove la produzione industriale segna un aumento dell’8,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (superiore a quello medio regionale, pari a +8,1%), e risulta adesso più elevata di 4,6 punti percentuali a confronto con il primo semestre del 2019. Anche nel caso del commercio al dettaglio l’andamento è stato positivo, con le vendite che crescono nel primo semestre del 2022 del 6,1% (in regione la metà, +2,9%), superando così del 4,5% il valore pre-covid (mentre a livello emiliano-romagnolo siamo ancora sotto del 3,7%).
Meno brillante è stata invece la prestazione del settore delle costruzioni piacentino, il cui volume d’affari cresce sì del 4,5% rispetto all’anno precedente, ma con un ritmo inferiore a quello regionale (+6%) e soprattutto con un ritardo ancora da recuperare rispetto al 2019 di 2,8 punti percentuali. Al contrario, è proseguito il trend crescente delle compravendite immobiliari residenziali, comunque già ampiamente in positivo a confronto con i livelli precedenti alla pandemia.
Anche sui mercati esteri si registrano risultati soddisfacenti, soprattutto per quanto riguarda i settori che maggiormente caratterizzano la manifattura piacentina, con un aumento infatti dell’export per la meccanica (+15,8%) e i mezzi di trasporto (+21,4%), il settore alimentare (+6,5%) e quello dei prodotti in metallo (+3,1%). Le attività più strettamente collegate ai poli della logistica provinciali (tessile-abbigliamento, prodotti elettronici….) segnano qui invece una battuta d’arresto, risentendo – forse prima e più di altri – dell’appesantimento della congiuntura internazionale.
Bene ha fatto poi il turismo, con incrementi diffusi dei flussi, e dove il recupero rispetto al periodo pre-covid si è pienamente realizzato dal punto di vista delle presenze turistiche (+11% le giornate di presenza), mentre si osserva ancora un leggero ritardo relativamente agli arrivi (-8% il numero dei turisti). Si segnala inoltre che Piacenza è la sola provincia in regione – insieme a Ferrara – ad aver raggiunto e superato le presenze del primo semestre 2019.
Anche il mercato del lavoro evidenzia dei miglioramenti, in particolare la Cassa Integrazione a sostegno dei lavoratori delle imprese in difficoltà, che cala di ben il 91% (più di quanto si registri in Emilia-Romagna e in Italia), oltre 4milioni e 800mila ore in meno rispetto al periodo gennaio-giugno 2021, riportandosi anche in questa occasione sui livelli del 2019. Il saldo tra avviamenti e cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente ha registrato invece un valore positivo considerando il periodo giugno 2021-giugno 2022 (+1.579), ma un sostanziale pareggio se si guarda alla variazione tendenziale riferita al trimestre aprile-giugno 2022 (+58), e con una dinamica negativa delle assunzioni a maggio e giugno (-2,0% e -9,8% rispettivamente), a testimoniare il rallentamento della domanda di lavoro da parte delle imprese, del resto generalizzato a tutti gli altri territori emiliano-romagnoli.
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