Con una istanza a firma del procuratore della Repubblica Raffaele Tito e della sostituta Monica Carraturo, la magistratura d’accusa ha chiesto il fallimento del Pordenone calcio.
L’udienza di verifica è stata fissata per il 20 giugno, la stessa data entro la quale andranno depositati i documenti per l’iscrizione al prossimo campionato.
Intanto la squadra comincerà sabato la propria avventura nei playoff per tentare di tornare in serie B sul campo: nei quarti di finale incontrerà il Lecco. La partita più importante, però, si giocherà a questo punto sui tavoli giudiziari.
Il bilancio e i debiti
Il bilancio consuntivo del 2022, già approvato, registra una perdita di esercizio di 6,75 milioni, cresciuta di 2,93 milioni rispetto al bilancio 2021; il patrimonio netto è passato da 2,4 milioni a un passivo di 1,3 milioni.
Il debito nei confronti del Fisco e degli enti previdenziali è di 7,6 milioni, rateizzabili sino al 2027. I costi di salari e stipendi sono pari a 8,87 milioni di euro.
I ricavi sono 4,2 milioni di contributi in conto esercizio, 2,45 da diritti televisivi, 2,33 dagli sponsor e 1,92 milioni da proventi per la gestione dei calciatori.
La situazione del Piacenza
Le società che presentano istanza di iscrizione, nel caso non venga accettata, sono comunque sostituite col ripescaggio, classifica di merito in cui il Piacenza indietro (tra la 4a e la 6a posizione). Discorso completamente diverso, invece, se una società non presenta nemmeno la domanda di iscrizione, come ad esempio potrebbe accadere in caso di fallimento: in questa specifica situazione, secondo la ricostruzione di Sport Piacenza, il “buco” viene colmato con il principio della riammissione. Qui il Piacenza è messo bene perché si troverebbe in seconda posizione (davanti ha solo il Mantova).
E siccome in Serie C c’è già una società sull’orlo del collasso, cioè il Siena (il cui posto sarebbe quindi preso dal Mantova), in caso di fallimento del Pordenone allora sarebbe il Piacenza a subentrare.
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