In questo strano inverno di limitazioni e nevicate fuori dall’ordinario s’è creata l’occasione per una piccola impresa sportiva che forse, in una stagione normale, non si sarebbe potuta nemmeno immaginare. L’impresa è la prima scalata in assoluto della parete nord della Pietra Parcellara, la montagna più famosa della Valtrebbia e forse la più iconica di tutta la provincia di Piacenza. Una prima ascensione che porta la firma di un nome noto nel mondo dell’alpinismo locale, quello di Davide Chiesa. Classe 1968, nato e cresciuto a Castelsangiovanni, frequenta la montagna da quando era ragazzino, ha scalato praticamente tutto quel che si può scalare nell’arco alpino e vanta nel suo curriculum varie spedizioni all’estero, due delle quali l’hanno portato in vetta ad altrettanti “ottomila”: il Manaslu, 8.156 metri, e l’Everest che con i suoi 8.849 metri di quota è la montagna più alta del pianeta.
Alpinista vero, dunque, che tuttavia non ha mai perso il gusto di vivere la montagna in ogni sua forma e in ogni modo possibile, anche quando si tratta delle “montagnette” di casa. E la Parcellara è casa, per Davide. Questo “scoglio” che spunta inconfondibile tra i dolci pendii della media Valtrebbia ha sempre affascinato anche chi, come lui, si è cimentato in imprese ben più importanti.
Un fascino aumentato dal fatto che quella parete nord, la prima che si staglia di fronte alla vista di chi arriva Piacenza, non l’aveva mai scalata nessuno. L’ultima impresa risale all’inverno del 1964-65 quando il grande Lucio Calderone e Giancarlo Molinari salirono il versante est.
Del resto, con i suoi 833 metri sul livello del mare, la Parcellara non è praticamente mai nelle condizioni adatte ad essere scalata in inverno.
Quest’anno però la stagione è decisamente anomala rispetto al passato: c’è una quantità di neve che non si vedeva da decenni e anche alle quote più basse sembra di essere sulle Alpi. E poi c’è il covid, che ha blindato tutto e tutti entro confini strettissimi costringendo ad adeguare le ambizioni sportive al territorio che si ha a disposizione rispettando le regole.
Morale, ecco che l’antico “sogno” di Davide Chiesa è diventato un progetto concreto.
Giusto il tempo di aspettare il “colore” giusto della giornata in base alle regole anti-contagio, e l’altra mattina l’idea di scalare l’intonsa nord è stata messa a terra.
Alle 8 si sono dati appuntamento a Pietra, frazione di Travo, Davide Chiesa e i due compagni di cordata: Edoardo Piccoli, 30 anni, e Andrea Pasquali, 47 anni, reporter di professione e sportivo di montagna per passione che non ha voluto perdere l’occasione di documentare passo per passo questa piccola impresa.
Non esiste un sentiero che porta alla base della parete e i tre hanno dovuto “rompere” la neve nel bosco e poi nella radura che porta a quello che Chiesa, binocolo alla mano, aveva individuato come possibile attacco della via da aprire.
Ambiente totalmente vergine, con un metro di neve a terra in cui le uniche tracce erano quelle degli animali selvatici. Una volta alla base del canale centrale della parete nord, i tre si sono attrezzati con ramponi, piccozze, imbracature e corde ed hanno iniziato l’ascensione. Davide Chiesa davanti ad aprire la via, scegliere i passaggi, fissare le protezioni; Edoardo Piccoli – esperto alpinista – a fare sicura, Andrea Pasquali a tribolare con reflex e GoPro.
«Quattro tiri di corda, sviluppo di circa 180 metri, difficoltà 40°-60°, IV grado su roccia nell’ultimo tiro». Questa la valutazione di Chiesa alla fine delle quasi quattro ore di scalata per raggiungere la croce della Parcellara. La nuova via è stata battezzata “Canale della Befana”.
Le foto e le riprese sono di Andrea Pasquali e di Davide Chiesa.
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