Politica

Piazza Cittadella, Piacenza Parcheggi conferma i sospetti di Fratelli d’Italia: “La fideiussione è falsa, vittime di una truffa meschina”

I sospetti di Fratelli d’Italia erano fondati, la polizza assicurativa che Piacenza Parcheggi ha presentato all’ente è falsa. Andiamo con ordine. II canone dovuto al Comune dalla società che gestisce le strisce blu in città (e che dovrebbe gestire il parcheggio interrato di piazza Cittadella) non arriva: si parla del canone 2023, una cifra pari a 1,2 milioni di euro. A quel punto qualcuno dalla minoranza (nella fattispecie Fratelli d’Italia) inizia a mettere gli occhi sull’unica tutela a disposizione dell’ente: una polizza assicurativa, una fideiussione stipulata da Piacenza Parcheggi con una compagnia portoghese proprio a garanzia del pagamento. Ma dopo un’attenta analisi delle carte, il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia inizia a sollevare alcuni dubbi sulla legittimità della polizza in questione, tanto da presentare un esposto in procura.

“Veniva indicato come rappresentante in Italia della compagnia un soggetto che aveva un numero di telefono inesistente, un sito internet inesistente e al posto dell’indirizzo indicato c’era una caffetteria”, spiega Sara Soresi.

Oggi arriva la conferma. In una lettera scritta al sindaco, Piacenza Parcheggi conferma: “La polizza è falsa”. Il sindaco Tarasconi ha letto la missiva in consiglio comunale.

L’inizio della vicenda

Tutto inizia con il mancato versamento del canone da parte di Piacenza Parcheggi, la società che gestisce le strisce blu in città. La società controllata da Filippo Lodetti Alliata non ha ancora pagato al Comune il canone da 1,2 milioni di euro la cui scadenza era prevista il 31 dicembre 2022. Considerato il mancato pagamento, qualcuno suggerisce di avvalersi della fideiussione. La polizza fideiussoria assicurativa è un contratto con il quale una compagnia assicurativa si fa carico dell’impegno preso dal contraente e previsto dalla legge o da un contratto garantendo l’adempimento degli accordi pattuiti nei confronti del beneficiario.

Ebbene, la polizza fideiussoria risulta emessa da una compagnia portoghese, Abarca Companhia de Seguros. Ma i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Nicola Domeneghetti, Sara Soresi e Gloria Zanardi, controllando la polizza fideiussoria, arricciano il naso, notando alcune anomalie formali. La polizza è falsa? Così i consiglieri presentano un esposto in procura. I consiglieri di FdI vanno alla fonte e chiedono delucidazioni direttamente alla compagnia assicurativa ricevendo una risposta inquietante: “Abbiamo appreso che in Italia sono state emesse polizze fideiussorie a nostro nome, ma senza il nostro consenso. Anche la polizza in questione non è stata emessa da Abarca Companhia de Seguros”.

La nota e il pagamento di Piacenza Parcheggi

A questo punto interviene con un comunicato stampa la stessa società Piacenza Parcheggi la quale in sostanza annuncia: di fronte a questa bagarre saldiamo il dovuto per evitare dannose strumentalizzazioni.

Ribadendo la totale ed assoluta estraneità della società concessionaria ad eventuali atti fraudolenti relativi alla asserita falsità della polizza a garanzia dei canoni concessori, la società PIACENZA PARCHEGGI SPA, al fine di evitare inutili quanto dannose strumentalizzazioni, comunica che pagherà nell’immediato il canone relativo all’annualità 2023 pur avendo già assunto formale impegno con il Comune di saldare il canone stesso al 30 giugno prossimo. Tale decisione vuole, ancora una volta, andare incontro alle posizioni della Amministrazione Comunale e dimostrare la totale infondatezza di alcune asserzioni che si leggono sugli organi di stampa relativamente a paventate – quanto inesistenti – problematiche finanziarie della società, o di strumentali dilazioni temporali di sorta rispetto alle chiare e precise obbligazioni contrattuali che la stessa società ha sottoscritto con l’Amministrazione Comunale”.

Ma questo pagamento immediato fa storcere il naso ancora di più alla minoranza che commenta: “Perché non hanno pagato prima e in tempo? Da dove nasce questa proroga al 30 giugno 2024?”.

Luca Zandonella (Lega)

Stendiamo poi un velo pietoso sul resto: il concessionario ancora una volta butta fumo negli occhi, perché dichiarare che provvederà al versamento del canone relativo al 2023 è un semplice obbligo contrattuale su cui tra l’altro è in estremo ritardo (la scadenza era lo scorso 31/12): non può essere venduto come sanatorio dei problemi che stanno emergendo. Ed allo stesso tempo, non sapere ancora se e quando arriverà la bancabilità – necessaria per poter iniziare il progetto relativo al parcheggio di Piazza Cittadella – non è assolutamente rassicurante”.

E’ bene ricordare che la scadenza per presentare questo documento era il 20 gennaio e siamo arrivati addirittura a maggio. Negli atti scambiati tra Comune e concessionario, il Sig. Lodetti Alliata citava marzo come mese dove avrebbe potuto presentare la bancabilità. Perché non è ancora arrivata? Quali sono i problemi per ottenerla? Perché diverse banche si sono sfilate dall’operazione, come abbiamo appreso nelle scorse settimane? In tutto questo, non si capisce il comportamento del Comune, che sta concedendo troppo tempo al concessionario“.

Alternativa per Piacenza

Oggi che le carte sono finite in Procura (ApP é garantista e resta in attesa per commentare), ecco che l’inadempiente GPS, che da contratto avrebbe dovuto saldare entro il 31 gennaio, che a un certo punto si è data tutto il 2024, salvo poi correggere il tiro (chissà a che titolo!) annuncia di pagare “nell’immediato, pur avendo già assunto formale impegno con il Comune di saldare il canone stesso al 30 giugno prossimo”, come si legge nella nota diffusa da Piacenza Parcheggi”.

Ecco, proprio questa sopraggiunta disponibilità “nell’immediato”, insieme alle sbandierare “inesistenti problematiche finanziarie” é l’elemento politico, che conferma la presa in giro ai piacentini di cui la maggioranza, giunta e consiglieri, dovrebbe farsi carico, con parole nette. Siamo di fronte a chi finora non ha rispettato gli accordi non per necessità ma per deliberata scelta. Nei fatti il Comune di Piacenza, con i soldi dei contribuenti, ha fatto da banca al privato debitore. Staremo a vedere le prossime puntate. Di certo nessuno può pensare che se la fideiussione fosse veramente falsa, la questione possa chiudersi lì solo perché nel mentre il debito 2023 è stato saldato. “Ghe quel c’la strüsa”, bisogna dar retta alla saggezza popolare”.

In consiglio comunale emerge la verità

Il dibattito è arrivato oggi in consiglio comunale. Un dibattito lungo e molto acceso, al quale ha messo fine il sindaco Katia Tarasconi la quale ha letto una lettera inviata poche ore prima da Piacenza Parcheggi. Una lettera in cui la società conferma: “La polizza fideiussoria è falsa”.

Come da comunicazione mail appena giunta da parte della compagnia anch’essa qui allegata, la fideiussione da parte nostra rilasciata in data 29-12-2022 risulta non essere stata emessa dalla compagnia di assicurazione Abarca Seguros e pertanto è da intendersi come falsa. Ci preme ribadire che siamo inconsapevoli vittime di un raggiro grave e meschino, costituente il delitto di truffa e che non sussiste nessuna responsabilità di sorta nella vicenda addebitabile alla scrivente società, la quale ha richiesto l’emissione della suddetta polita a broker professionali iscritti nei relativi albi e che l’ha consegnata a questa aspettabile amministrazione in totale d’assoluta buona fede, dopo averne subito integralmente tutti i costi”.

La società provvederà immediatamente alla tutela della propria posizione anche dal punto di vista reputazionale in tutte le sedi giudiziarie più opportune, nessuna esclusa. Alla luce di quanto sopra siamo comunque a confermarvi il pagamento immediato del canone di concessione per l’esercizio 2023 originalmente previsto”.

Fratelli d’Italia alla maggioranza: “Dovreste chiederci scusa”

A quel punto in consiglio comunale cala il silenzio, interrotto solo da Fratelli d’Italia. Ne nasce un acceso confronto tra il gruppo consiliare e la maggioranza. Sara Soresi dichiara.

Non ci è piaciuto molto l’atteggiamento che avete avuto, nel senso che quando ho parlato all’inizio ci avete reso in pazza. Fondamentalmente ci avete affossato la commissione e poi, spiace dirlo, ma avevamo ragione. Quindi non capisco questo atteggiamento, forse dovreste chiederci scusa e dovreste dirci grazie. In realtà questo non state facendo. Io sono contenta che finalmente sia uscita la verità e ne sono contenta perché spero che poi il Comune sia quindi tutelato e questo è il nostro unico interesse”.

Tengo solo a dire che era abbastanza evidente, noi abbiamo scoperto che qualcosa non andava dopo sole tre ore. Semplicemente c’era un rappresentante in Italia che aveva un numero di telefono inesistente, un sito internet inesistente e al posto dell’indirizzo indicato c’era una caffetteria”.

E adesso? Adesso è il momento di capire come comportarsi.

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