Politica

Piano urbanistico generale, Italia Nostra all’amministrazione: “Necessario avviare un confronto tecnico partecipato”

“I mezzi d’informazione il 24 e 25 giugno hanno pubblicato le contrastanti dichiarazioni di alcune Associazioni locali da una parte e dell’Amministrazione Comunale dall’altra, in merito al procedimento di formazione partecipata del Piano Urbanistico Generale (PUG) in corso a Piacenza (nuovo nome del Piano Regolatore Generale)”. Inizia così il comunicato di Italia Nostra indirizzato alla giunta comunale.

“Il comunicato delle Associazioni dà atto delle iniziative di partecipazione fin qui svolte dall’Amministrazione Comunale sull’argomento, ma afferma pure che tali iniziative, certamente utili, non sono sufficienti ai fini dell’espletamento del processo partecipato di formazione del Piano, perché non sono conformi alle fondamentali azioni stabilite dalla legge”.

La replica dell’amministrazione

La replica dell’Amministrazione Comunale contesta le affermazioni delle Associazioni, esponendo in modo dettagliato l’elenco delle iniziative pubbliche messe in atto su specifici temi e aree, peraltro citando in modo non altrettanto preciso le norme regionali vigenti in materia di partecipazione, col risultato di travisarne il dettato. Inoltre sostiene che la partecipazione svolta fin qui è stata non solo maggiore di quanto la legge prescrive (secondo la nota Comunale la legge prevederebbe l’obbligo di un solo incontro pubblico) ma anche assai più diffusa ed efficace, nella formazione dei precedenti Piani comunali, di quanto sia avvenuto in altre città della regione, fra le quali Bologna e Piacenza. Infine asserisce che il Piano Urbanistico Generale è uno strumento di mediazione fra le diverse istanze provenienti dalla società civile e, perciò, non può tenere conto soltanto delle richieste di una parte sociale, ignorando le altre.

Alcune dichiarazioni della nota Comunale non corrispondono alla realtà dei fatti.

Ecco perché:

Le Associazioni non hanno mai chiesto che siano privilegiate le loro istanze ma si aspettano che tutte le proposte d’interesse generale siano valutate e accolte o respinte motivatamente e pubblicamente, solo in rapporto alla loro coerenza con le analisi e con le scelte urbanistiche assunte in precedenza dalla Giunta Comunale nel progetto preliminare di PUG.  

Infatti il Piano Urbanistico Generale non è uno strumento di mediazione, come lo definisce la nota Comunale. Non stabilisce equilibri fra i diversi portatori d’interessi distribuendo concessioni e compensazioni un po’ agli uni, un po’ agli altri.

È lo strumento di governo del territorio comunale, cioè delle politiche che l’Amministrazione intende mettere in atto per rimediare a squilibri e per soddisfare fabbisogni in campo residenziale, delle attività produttive/economiche, dei servizi e infrastrutture pubblici, della tutela dei beni d’interesse storico, ambientale, paesaggistico e naturalistico.

Viene elaborato dall’Amministrazione Comunale sulla base delle analisi dello stato attuale e delle previsioni future e anche del percorso di informazione e consultazione della popolazione.

Riguarda l’intero territorio comunale e non può essere circoscritto, neanche nella fase iniziale, soltanto a particolari tematiche o aree, come ha fatto l’Amministrazione Comunale. 

Ha durata di almeno 10 anni (l’ipotesi di previsioni urbanistiche che possano valere da qui al 2050, a cui fa cenno la nota Comunale, non è verosimile se non per qualche particolare infrastruttura).

Le assemblee pubbliche

Le assemblee pubbliche, per esporre le risultanze del quadro conoscitivo e il progetto preliminare di PUG contenente le ipotesi progettuali strategiche e per raccogliere le osservazioni e proposte di tutta la cittadinanza partecipante, sono obbligatorie e devono essere indette dall’Amministrazione Comunale durante tutto l’arco temporale della formazione del PUG e fin dall’inizio dell’elaborazione del Piano, come è stato correttamente segnalato dalla nota delle Associazioni.

Lo stabilisce la legge urbanistica regionale 24/2017 nell’articolo 44 comma 5, che richiama i contenuti descritti nel comma 3 dello stesso articolo 44 e nel comma 8 dell’articolo 45. Chiunque può formulare motivate proposte, con riguardo alle problematiche di carattere generale, come forma di collaborazione all’elaborazione del Piano.

Per legge questa attività deve essere svolta prima dell’adozione del PUG da parte del Consiglio Comunale perché dopo si potranno apportare al Piano soltanto aggiustamenti limitati e particolari, mediante le osservazioni, senza entrare nel merito di aspetti strutturali, che invece devono essere trattati ed eventualmente modificati, nella fase preliminare antecedente l’adozione del Piano.

Le attività partecipative

Riguardo alle attività partecipative svolte per il PUG nei mesi scorsi, è da confutare quanto afferma la nota Comunale circa la loro maggiore importanza e diffusione rispetto a quelle messe in atto anche in passato nelle altre città della regione. Infatti esperienze di pianificazione urbanistica partecipata ben più significative di quelle effettuate dall’attuale Amministrazione sono avvenute in tutta l’Emilia Romagna sulla base della prima legge regionale urbanistica, la n.47/1978.

L’art. 14 stabiliva quanto segue: “il Comune (la Giunta Comunale) con la collaborazione degli organi di decentramento amministrativo, predispone un progetto preliminare di piano regolatore generale costituito da: una relazione generale corredata da elementi conoscitivi…; una prima ipotesi di assetto territoriale con l’indicazione delle scelte urbanistiche fondamentali”. Il tutto prima dell’adozione del PRG da parte del Consiglio Comunale.

I Comuni grandi e piccoli della regione hanno approvato i loro piani regolatori seguendo questa procedura. Così fece anche Piacenza, che discusse in ambito comunale, in numerose e affollate assemblee pubbliche tenute da Amministratori e tecnici comunali presso le sedi degli 8 Comitati di Quartiere urbani e nelle frazioni, i contenuti del progetto preliminare del PRG, mesi prima dell’adozione del Piano vero e proprio da parte del Consiglio Comunale, avvenuta nel 1980. Il PRG fu poi approvato dalla Regione nel 1983.

La corretta pianificazione

Infine facciamo presente che un corretto ed efficace processo di pianificazione non può non compiere prima di tutto un bilancio del Piano e dei Piani precedenti per valutarne le ricadute positive e negative, le problematiche non risolte e le parti incompiute da confermare o da cassare. Elaborare il PUG senza fare una preventiva valutazione almeno del PSC/RUE vigente significa rischiare di trascurare problemi rilevanti, esistenti da molti anni, che in futuro si aggraveranno.

La richiesta che rivolgiamo all’Amministrazione Comunale è quella di adempiere agli obblighi di legge e alle responsabilità politiche verso tutta la cittadinanza nell’elaborazione del PUG.

Per ciò riteniamo necessario l’avvio di un confronto tecnico partecipato sul PUG, che non privilegi né escluda nessuno, mediante presentazioni in assemblee pubbliche nelle varie zone urbane e frazioni e, inoltre, renda consultabili i documenti essenziali del quadro conoscitivo, del progetto preliminare di PUG e del bilancio della gestione del PSC/RUE, oltre che in formato digitale sul sito comunale, anche in formato cartaceo per la consultazione presso gli uffici.

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