Piano Regionale per la salute mentale che porterà nelle casse della Ausl di Piacenza 3.192.564 euro per sostenere concretamente le persone più fragili, quelle, ad esempio, con disabilità intellettive che soffrono di disturbi dello spettro autistico o di salute mentale, o devono fare i conti – e si tratta soprattutto dei più giovani – con i disturbi del comportamento alimentare o dell’apprendimento.
È una vasta platea di destinatari, dai bambini più piccoli agli adulti, quella a cui dà supporto il “Piano attuativo Salute mentale” 2023 della Regione Emilia-Romagna: a disposizione ci sono anche per quest’anno 40 milioni di euro del Fondo sanitario regionale, ripartiti tra tutte le Aziende sanitarie del territorio. Risorse che servono a finanziare servizi di fondamentale importanza, come dimostrano i numeri: nel 2022 sono state oltre 170.000 (esattamente 170.600) le persone prese in carico dai servizi regionali, il 4,2% in più rispetto al 2021, quando erano state 163.740. E sta tornando ai livelli pre-pandemici tutta l’attività di cura e assistenza.
“40 milioni di euro dalla Regione per curare e assistere le persone più fragili e rendere possibili diagnosi sempre più precoci – spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini -. Non solo, perché uno degli obiettivi del Piano è quello di costruire, secondo il cosiddetto modello del budget di salute, percorsi personalizzati che mettano al centro il paziente. Parliamo di persone con fragilità diverse, che tante volte riguardano bambini e ragazzi e che abbiamo il dovere di aiutare con tutti gli strumenti, finanziari e di cura, possibili. Confermiamo dunque il nostro impegno e continuiamo a lavorare, anche insieme alle associazioni dei pazienti, per assicurare alle famiglie sostegno e assistenza”.
Sono sette le aree di intervento previste dal Piano e quindi finanziate: fondo “autonomia possibile”, programmi per disturbi alimentari, esordi psicotici, disturbi dell’apprendimento, autismo nell’adulto, che rispetto al 2022 può contare su un milione di euro in più, e nel bambino, disabilità intellettive.
33milioni e 705mila euro sono destinati al “Fondo per l’autonomia possibile-Salute mentale”: finanzieranno gli interventi di assistenza socio-sanitaria a bassa intensità dei pazienti dei Centri di salute mentale. Tra i destinatari ci sono le persone dimesse dagli ex Ospedali psichiatrici e dalle Rems – Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza – che necessitano di assistenza specifica per la salute mentale, quelle dimesse ma sottoposte a misure di sicurezza non detentiva, le persone soggette a misure alternative alla detenzione e inviate dall’autorità giudiziaria in residenze per la salute mentale degli adulti.
Il programma sottolinea la priorità di destinare tali risorse ai progetti riabilitativi personalizzati realizzati con il budget di salute. Un modello organizzativo-gestionale in campo socio-sanitario già sperimentato con successo dalla Regione e indirizzato non soltanto a persone con severi disturbi mentali, ma in generale a chi abbia bisogni complessi legati a forte marginalità sociale, disabilità, dipendenze patologiche. Il modello punta a mettere le persone al centro delle strategie di intervento e non la loro patologia in quanto tale: il paziente è posto all’interno di un appropriato percorso di cura basato su un programma terapeutico personalizzato, all’insegna della massima integrazione e flessibilità d’intervento dei servizi sanitari e sociali, che si pone l’obiettivo di limitare i ricorsi ai ricoveri nelle strutture sanitarie attraverso il potenziamento degli interventi domiciliari.
820mila euro vengono assegnati al programma per l’assistenza ai giovani tra i 12 e i 25 anni con disturbi del comportamento alimentare e per supportarne l’assistenza residenziale. Altri 400mila euro sono destinati al programma “Esordi psicotici”, che promuove la salute e il benessere delle persone all’esordio psicotico nei Centri di salute mentale. Il programma regionale per i disturbi specifici dell’apprendimento è finanziato con 565mila euro, in particolare per l’implementazione della diagnosi precoce e del percorso di presa in carico dei pazienti, e riguarda tanto i giovani (6-18 anni), quanto gli adulti.Complessivamente 4 milioni e 230mila euro sono riservati al programma Autismo-Pria, programma regionale integrato per l’assistenza territoriale alle persone con disturbo dello spettro autistico, sia nei bambini che negli adulti. Infine, 280mila euro sono previsti per la presa in carico delle persone con disabilità intellettive (fascia 0-17 anni).
Alla Ausl di Piacenza vanno 3.192.564 euro, Ausl Parma 5.888.310 euro, Ausl Reggio Emilia 5.026.392 euro, Ausl Modena4.358.867 euro, Ausl Bologna 7.032.090, Ausl Imola 3.294.364, Ausl Ferrara 4.453.864, Ausl Romagna 6.753.549.
In Emilia-Romagna esiste un’ampia rete di servizi regionali, formata da: Dipartimenti di Salute mentale e Dipendenze patologiche, che comprendono punti ambulatoriali, residenze a carattere intensivo o estensivo, Centri Diurni e Day Hospital territoriali; Servizi psichiatrici ospedalieri (costituiti a loro volta dai Servizi psichiatrici di diagnosi e cura e dai reparti di Neuropsichiatria infantile); e, infine, dall’ospedalizzazione privata.
Nel 2022 gli assistiti dai Servizi di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza sono stati 64.949, il 4,2% in più rispetto al 2021; la maggioranza (60,6%) sono maschi ed ha principalmente un’età compresa fra i 6 e i 13 anni. Tra le diagnosi prevalenti figurano i disturbi psicologici ad esordio nell’infanzia (disturbi del linguaggio, dell’apprendimento, ecc…), i disturbi psico-comportamentali, i disturbi dello spettro autistico e il ritardo mentale. 77.881 – di cui il 57% donne – sono stati i pazienti trattati dai Centri salute mentale adulti (+5,3%); la quota più consistente di utenti si colloca nella fascia d’età maggiore di 45 anni (64,8%), ma si evidenzia un 10,4% di utenza giovanissima (fino a 25 anni) e un ulteriore 11,8% di utenti di età compresa tra i 26 e i 35 anni.
Gli over 55 sono il 43,5%. Tra le diagnosi più frequenti si registrano i disturbi dell’umore – come depressione e disturbi d’ansia (30,4%) – seguiti dai disturbi riconducibili allo spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici (26,0%) e dai disturbi di personalità (15,4%). Infine, 27.770 persone (+1,3% rispetto al 2021) hanno seguito un percorso di cura presso i Servizi per le Dipendenze patologiche regionali, che dopo la diminuzione della domanda di trattamento registrata durante gli anni della pandemia sta tornando ai livelli precedenti. In quest’ultimo ambito, l’area prevalente è quella relativa a “droghe e/o farmaci” (66,3%) a cui seguono le problematiche alcol correlate (30,0%), il gioco d’azzardo (4,5%) e il tabagismo (2,8%). Complessivamente, rispetto al 2021 aumentano del 4,2% le persone seguite dai servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza, del 5,3% quelle seguite dai servizi di salute mentale adulti e dell’1,3% quelle assistite dai servizi per le dipendenze patologiche
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