Un confronto sugli strumenti più efficaci per prevenire e attenuare i danni alle colture agricole provocati dalla crescente presenza di cinghiali, anche in relazione all’emergenza PSA. Questi i temi discussi dal tavolo che, nel pomeriggio di mercoledì 3 maggio, ha riunito la Provincia. Con la presidente Monica Patelli e il consigliere provinciale Giampaolo Maloberti c’erano i vertici del Corpo di Polizia Locale della Provincia di Piacenza. Ovvero dirigente Davide Marenghi, il comandante Luigi Rabuffi e il vice comandante Roberto Cravedi). Presente anche la Regione Emilia-Romagna (con Enrico Merli, referente del Settore Agricoltura, caccia e pesca) e i rappresentanti delle associazioni di categoria (Coldiretti, Confagricoltura e CIA) del settore agricolo.
Dopo un attento esame delle criticità emerse nelle ultime settimane, frutto del costante raccordo con le numerose realtà interessate alla questione, la Provincia ha deciso di implementare in alcune parti del territorio (sostanzialmente quelle di pianura, a valle della Linea pedemontana) le modalità operative – stabilite con la determinazione n. 300 del marzo 2022 – di attuazione del piano regionale quinquennale di controllo del cinghiale con l’introduzione dell’articolo 8-bis il quale, testualmente, stabilisce che “sino al 30 novembre 2023, in via sperimentale, stante la situazione contingente legata ai danni alle produzioni agricole ed alla emergenza PSA, gli interventi notturni potranno essere effettuati da postazioni fisse di sparo previamente autorizzate, senza limiti di orario, dai soli operatori in possesso dell’abilitazione per il prelievo selettivo degli ungulati, di cui all’art. 2 comma 1, lett. c del R.R. 1/2008”.
Provincia e associazioni di categoria agricole hanno anche assunto l’impegno di approfondire la possibilità di introdurre un meccanismo di incentivazione a favore dei soggetti che materialmente effettueranno gli interventi notturni.
Il consigliere provinciale Giampaolo Maloberti osserva che “Queste misure vanno considerate come un primo passo. Per la stagione invernale è auspicabile che il commissario PSA, in forza dei suoi poteri, consenta di ampliare il periodo in cui sia possibile esercitare le forme collettive di attività venatoria, le quali – lo attestano i dati – assommano circa l’80% dei prelievi complessivi di cinghiali”.
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