Piacenza accoglierà e smaltirà i rifiuti provenienti da parte della Liguria, precisamente Genova, Imperia e Savona. La giunta guidata da Stefano Bonaccini, infatti, alcuni giorni fa ha approvato una delibera concretizza questa decisione. Si parla di rifiuti urbani indifferenziati che saranno smaltiti nel termovalorizzatore di Piacenza, gestito da Iren.
Nei mesi scorsi, la Liguria ha infatti richiesto all’Emilia-Romagna “un supporto per affrontare una situazione temporanea di emergenza – si legge in delibera – concentrata nel periodo compreso tra ottobre 2022 e la fine del 2023, nella gestione dei rifiuti urbani indifferenziati per un quantitativo complessivo di circa 10.000 tonnellate per ogni semestre dell’anno 2023”. A Piacenza, nello specifico, arriveranno 7 mila tonnellate.
Di questo tema si è parlato anche in consiglio comunale con la maggioranza che ha evidenziato la necessità di arrivare all’approvazione di questa operazione entro il 31 dicembre. Di tutt’altra opinione la minoranza che ha presentato diversi emendamenti alla delibera.
La notizia del conferimento di 7.000 tonnellate di rifiuti da Genova all’inceneritore di Piacenza lascia davvero interdetti, soprattutto considerando la situazione assolutamente emergenziale del territorio di Piacenza in rapporto alla pessima qualità dell’aria e all’incidenza sulla salute dei cittadini.
Intendiamoci, siamo favorevoli alla solidarietà in casi eccezionali, quando un territorio è colpito da una calamità estrema e imprevedibile, ma non quando una città come Genova viaggia con quote di raccolta differenziata intorno al 35%, ai minimi nel nord Italia.
Secondo i dati ARPAE nel 2021 sono stati registrati 37 sforamenti di polveri sottili PM10 nella centralina di Montecucco, 45 sforamenti in via Giordani, 51 sforamenti a Gerbido.
Non a caso nel novembre 2020 la Corte di Giustizia Europea ha pronunciato la sentenza contro l’Italia (e l’Emilia Romagna) per la violazione della Direttiva 2008/50 in materia di qualità dell’aria, con riferimento specifico proprio al particolato PM10. Per questo il PAIR (Piano Aria Integrato Regionale) del 2017 si era posto come obiettivo una riduzione delle polveri sottili del 37% entro il 2020, obiettivo ampiamente disatteso.
L’inceneritore di Piacenza è collocato all’interno di un triangolo nefasto, rappresentato dalla centrale termoelettrica, da un cementificio e dall’incrocio di due fra le più transitate autostrade italiane: A1 e A21. Non bastasse, convive con uno dei poli logistici più trafficati d’Italia, in massima parte basato sul trasporto su gomma, che sarà tra l’altro a breve implementato dai capannoni in fase di costruzione in località Granella e a Roncaglia, con decine di baie di carico supplementari e migliaia di camion ulteriori.
A due passi da Roncaglia, si è appena autorizzato l’aumento di produzione del trattamento di rifiuti legnosi (da 495.000 a 780.000 t/anno), con successiva approvazione di apposita variante urbanistica per gestire altro traffico pesante. Il tutto, come più volte sottolineato dai nostri consiglieri comunali, con la scelta del Comune di Piacenza di non partecipare alla Conferenza dei Servizi in cui si è trattata la questione.
Per questo motivo ApP ha recentemente chiesto alla Presidente della Provincia Monica Patelli di farsi promotrice presso la Regione di uno studio mirato sull’impatto del complesso dei fattori di rischio per la qualità dell’aria e conseguentemente per la salute dei cittadini, al fine di valutare le misure compensative necessarie e per condizionare la pianificazione territoriale futura.
La notizia dei rifiuti da Genova è per queste ragioni davvero spiazzante e frutto – a nostro avviso – di una insufficiente consapevolezza, tutta giocata sulla pelle dei cittadini, purtroppo non in senso figurato, questa volta.
Come valutare, se non assoluta mancanza di rispetto verso il Consiglio comunale, l’incredibile silenzio di Sindaco e assessore all’ambiente, che martedì pomeriggio si sono ben guardate dal rendere partecipi i presenti del benestare dato dal Comune all’operazione, nonostante in aula si stesse parlando, guarda caso, proprio di regolamento per la disciplina della tassa sui rifiuti?
Dal canto nostro non smetteremo di gridare che è ora di finirla di dare un prezzo alla salute delle persone! Lasciamo perdere i 20 euro a tonnellata di compensazione!
Tutte le classifiche sulla qualità dell’aria ci collocano fra gli ultimi posti in Europa: abbiamo bisogno di invertire la china, non di insistere nella direzione sbagliata, limitandoci alle solite scuse e a parole di circostanza utili solo a gettare fumo simbolico negli occhi, mentre quello vero ci avvelena sempre più i polmoni.
Sul tema Filiberto Putzu, consigliere comunale della lista Liberali – Terzo Polo, interroga la giunta per conoscere alcuni punti riguardo a Borgoforte e all’operazione ligure. In particolare:
1) a tutt’oggi quanto “brucia” delle tonnellate autorizzate e quanto “brucerà” il termovalorizzatore di Piacenza;
2) se il Comune ha in animo di sollecitare Iren stessa ed Arpa al fine di un incremento dei controlli riguardo alle emissioni in atmosfera, o se ritiene di applicare direttamente controlli autonomi ulteriori;
3) quali eventuali benefici tariffari ricadranno sulla rete del teleriscaldamento presente in città (dato che il calore é recuperato oltre che dalla produzione di energia elettrica della Centrale Levante, dalla termovalorizzazione di Borgoforte);
4) quali incrementi in termini di produzione ed in termini economici, si avranno per Iren con la maggiore produzione di calore da cui produzione di vapore ed energia elettrica;
5) in quale modo il “ristoro ambientale ” – previsto a carico di Iren Ambiente di 20€/tonnellata a favore del Comune di Piacenza, verrà utilizzato a scopo ambientale e/o ad altri scopi (economico tariffario tari, investimenti su altre partite, altro)
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