Piacenza, rapporto congiunturale: bene l’export, in sofferenza i settori legati alle costruzioni e agricoltura. E’ stato presentato, nella sede della Provincia, il rapporto Rapporto congiunturale del primo semestre 2023, che conferma il rallentamento ulteriore sperimentato in questo periodo dal nostro sistema economico locale, in continuità con i dati già rilevati a consuntivo del 2022.
Le persistenti difficoltà legate alla prosecuzione del conflitto russo-ucraino, all’inflazione sempre elevata (ancorché in calo) e alle politiche monetarie restrittive (che hanno portato ad un aumento dei tassi di interesse), hanno inciso negativamente sul ciclo economico. In particolare stimato in contrazione anche nella seconda parte dell’anno. e nel presente a causa del peggioramento ulteriore del quadro geopolitico internazionale.
Ci sono numeri che indicano una buona tenuta per il territorio piacentino e altri in chiaroscuro. Molto positivo l’export, con un aumento di quasi l’11%. Invece più in difficoltà i dati legati all’aumento legato all’aumento del Pil, con alcuni settori che andranno in sofferenza nel 2024, come l’agricoltura e le costruzioni.
Nel 2023 le attivazioni dei nuovi contratti di lavoro nel piacentino hanno sfiorato le 30mila unità. E’ un buon andamento della domanda di lavoro delle imprese di lavoro, seppur con un ritmo di crescita leggermente inferiore rispetto al biennio 2021/2023. C’è poi difficoltà nel reperire i profili professionali desiderati.
Se da una parte i dati del PIL per il 2023 (e 2024) indicano per l’Italia un ritorno alla bassa crescita (+0,7% la stima dell’ISTAT), dall’altra anche il valore aggiunto del sistema economico piacentino, secondo le elaborazioni di Unioncamere regionale su dati Prometeia, è previsto aumentare dello 0,8% nel 2023 e dello 0,6% nel 2024. Il tutto dopo il +3,9% del 2022 e il +6,7% del 2021.
In tale contesto, tra gennaio e giugno dello scorso anno l’economia provinciale ha comunque proseguito – seppur a ritmi più contenuti – lungo il suo sentiero di sviluppo iniziato dopo la pandemia. In particolare facendo meglio in diverse occasioni dell’economia regionale e nazionale, e riportandosi in quasi tutti i settori sui valori pre-2020.
Così è stato, ad esempio, per la produzione manifatturiera che nel primo semestre del 2023 ha chiuso a Piacenza in rialzo del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2022 (mentre in regione aumenta solo dello 0,4%). Sono stati dunque superati livelli di attività del 2019. Lo stesso dicasi per le variabili riferite al fatturato (+9,2% nel piacentino, +2,3% in Emilia-Romagna), agli ordini complessivi (rispettivamente +1,7% e -0,4%) e al grado di utilizzo degli impianti manifatturieri (salito all’82,3%), tutte superiori ai valori pre-covid.
Soffrono invece un poco di più in questo periodo. Con la produzione artigiana manifatturiera che rimane a Piacenza sui livelli dell’anno precedente (+0,2%). Tuttavia senza andare in terreno negativo, come sperimentato mediamente in regione (-1,8%).
Anche nel caso del commercio al dettaglio l’andamento è stato positivo nel corso del primo semestre 2023. Infatti nella nostra provincia le vendite – pur in sensibile rallentamento a confronto con il primo semestre del 2022 – sono cresciute ancora del 3,0%, mentre nel complesso dell’Emilia-Romagna l’aumento è stato del 2,0%.
Con la stretta sugli incentivi a favore del settore, si è invertito invece il trend del comparto delle costruzioni piacentino. Il volume d’affari si riduce dell’1% nella media del semestre (mentre aumenta ancora in regione dell’1,5%). In particolare passando da un +1,4% nel primo trimestre ad un -3,5% nel secondo trimestre.
Sono risultate in calo anche le compravendite immobiliari residenziali (2.250 tra gennaio e giugno 2023) evidenziando una flessione (-4,2%) che però è meno elevata di quelle che si osservano in Emilia-Romagna (-16,2%) e in Italia (-12,4%).
Nonostante le difficoltà della congiuntura il nostro sistema economico è stato infatti finalmente in grado di rispondere con maggior incisività a livello internazionale, dopo la prestazione negativa registrata nel 2022. I dati ISTAT sugli scambi import-export riferiti al primo semestre 2023, indicano per le esportazioni piacentine (3.098 milioni di euro) una crescita del 10,1%. Superata in questo solo da Lodi (+11,8%), mentre Parma e Cremona segnano variazioni negative. Invece i dati segnano accelerazioni più contenute in Regione e in Italia. Bene qui hanno fatto la meccanica e l’alimentare, ma anche il comparto tessile-abbigliamento.
Anche le importazioni (3.713 milioni di euro nei primi sei mesi del 2023), sono risultate a Piacenza in aumento (+5,2%). Dati in controtendenza rispetto all’evoluzione negativa registrata – ad eccezione sempre di Lodi – da tutti gli altri territori.
Gli arrivi aumentano infatti dell’11% riuscendo così ad oltrepassare finalmente il livello pre-covid (+2,5%). Inoltre crescono anche i pernottamenti, del 5,5% a confronto con il primo semestre 2022. Si tratta di una variazione inferiore a quelle (a due cifre) dei due anni precedenti, ma che è comunque positiva e permette di siglare un +17% rispetto ai valori del 2019.
Piacenza è inoltre l’unico ambito territoriale della regione che presenta variazioni tendenziali delle presenze sul 2019 positive per tutti i mesi compresi tra gennaio e giugno 2023, a differenza di molti altri contesti provinciali (ad esempio quelli di Parma e Reggio-Emilia), o del contesto regionale più in generale, contrassegnati invece ancora da un sensibile gap da recuperare.
In un contesto di generalizzata crescita dell’occupazione, il saldo tra avviamenti e cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente mostra a Piacenza un valore particolarmente elevato. Sia considerando – su base annua – il periodo giugno 2022/giugno 2023 (+2.548 unità, con un grosso contributo dato dall’industria in senso stretto, +967 unità), sia considerando la variazione tendenziale riferita al solo trimestre aprile-giugno 2023 (+954, in questo caso con l’apporto preponderante dei servizi, +729).
Rialza invece leggermente la testa la Cassa Integrazione nel primo semestre 2023. Lo fa però in modo tale da non destare per il momento preoccupazioni particolari, essendo sempre attestata, con poco più di mezzo milione di ore autorizzate, attorno ai valori pre-pandemia.
Per quanto riguarda le imprese registrate presso la Camera di Commercio al 30 giugno 2023, torna a ridursi rispetto a un anno prima lo stock delle imprese attive (-123 unità). In particolare a causa soprattutto delle flessioni in agricoltura e nel commercio, tra le ditte individuali e le società di persone. Invece continuano la loro espansione le imprese dei servizi, quelle a titolarità straniera e le società di capitale.
Anche sul versante del credito si è osservato nella prima parte dello scorso anno un appesantimento della congiuntura. Soprattutto dovuto all’aumento dei tassi di interesse. Con i prestiti erogati dal sistema bancario alle imprese e alle famiglie che segnano a Piacenza (6,53 miliardi di euro) una contrazione del 2,5%, in linea con la dinamica nazionale.
I fallimenti a carico di imprese aventi sede in provincia di Piacenza (2) sono risultati invece in deciso calo rispetto ai 15 registrati un anno prima.
Si è notato nel corso del primo semestre del 2023 una dinamica decrescente. In particolare passando da una variazione tendenziale mensile di +9,7% registrata nel mese di gennaio 2023 ad una variazione di +6,1% nel mese di giugno 2023. C’è un allineamento alle dinamiche generali, dopo essere stato più alto della media nazionale nell’ultima parte del 2022. Il ridimensionamento dell’inflazione è stato possibile anche da noi grazie soprattutto all’andamento fortemente calante dei prezzi dei beni energetici, al contrario della dinamica dei prezzi dei beni alimentari, che si è mantenuta nel periodo ancora su livelli molto elevati, attorno all’11-12 per cento. Nella media dei primi sei mesi del 2023 l’inflazione – anche se in diminuzione – è stata comunque superiore (+7,8%) a quella rilevata nello stesso periodo del 2022 (+6,4%).
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