Il primo posto ormai non è più negli obiettivi del Piacenza Calcio e non è certo il pareggio del Mapei Stadium ad averlo fatto sfumare. Ciò che rimane del derby è chiaramente l’amarezza di non aver portato a casa i tre punti in quella che sarebbe stata la rimonta più significativa della stagione. Rimane però la grande prestazione della squadra di Franzini, capace di mettere alle corde una vera e propria corazzata come la Reggiana (leggi qui): in pochi sono riusciti ad imporre il proprio gioco in casa della formazione granata, a testimonianza dei mezzi di cui dispone la compagine biancorossa che quando incontra una big tira fuori il meglio di sé.
Una vittoria al “Garilli” per aggiustare la classifica, ma il primato…
Ora servono punti: accantonata l’idea di arrivare in vetta (il percorso del Vicenza pare irraggiungibile) rimane la volontà di ottenere il miglior piazzamento possibile per poi giocarsi il tutto per tutto nei playoff. Bisogna pensare alla stagione partita dopo partita: non è una frase fatta, ma esattamente ciò che Pergreffi e compagni cercheranno di fare da qui in avanti. I biancorossi hanno avuto una discreta regolarità (non perdono da metà ottobre). Il rovescio della medaglia sono i tanti pareggi ottenuti dagli emiliani: ben 4 nelle ultime sei partite di campionato con prestazioni non sempre convincenti. Contro la penultima della classe Rimini (fischio d’inizio alle 15:00 di domenica al “Garilli”) servono i tre punti.
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Franzini pensa alla svolta tattica
Al tecnico di Vernasca serve ritrovare la verve offensiva di Cacia, mai realmente esplosa quest’anno, senza rinunciare alla qualità di Sestu e men che meno all’incredibile stato di forma di Paponi. La soluzione al rebus potrebbe essere quella di adottare il canonico 4-4-2
Probabile formazione del Piacenza Calcio
Piacenza Calcio (4-4-2) Del Favero, Zappella, Milesi, Pergreffi, Imperiale, Sestu, Nicco, Della Latta, Corradi, Cacia, Paponi. All Franzini
Qui Rimini
Penultimi ed in crisi di risultati i calciatori del Rimini verranno a Piacenza per fare quella che sarebbe una vera e propria impresa. I romagnoli hanno la seconda peggior difesa del campionato. La vittoria all’esordio con l’Imolese fu solo un fuoco di paglia. Solamente una seconda volta il Rimini ha alzato le braccia al cielo: contro il Pesaro, poco più di un mese fa. Da allora sono arrivate quattro sconfitte consecutive che hanno fatto precipitare in graduatoria i malatestini. Un vortice senza fine, sancito da una lunga successione di direttori sportivi, ben tre quest’anno (Cangini, D’Agnelli e Pastore, quello attuale) e già due tecnici: Cioffi, sostituito da Colella a fine Novembre.
Rimini calcio, tra nomi illustri e profonde cicatrici
Una squadra ricca di storia, fondata nel lontano 1912 e piena di cicatrici: sono state ben state ben quattro le rifondazioni del club fino ad oggi. Il Rimini conobbe la serie B per la prima volta solo nel 1975 con Meucci in panchina. Sulla panchine dei biancorossi (stessi colori sociali del Piacenza ndr.) sono passati allenatori di livello assoluto: dal mago dell’Inter Helenio Herrera tra il 1978 e 1979 (l’anno successivo avrebbe vinto la sua ultima coppa in carriera, quella di Spagna alla guida del Barça) ed un certo Arrigo Sacchi dal 1982 al 1985, che da lì a pochi anni avrebbe riscritto la storia del calcio italiano e di quello del Milan in particolare.
Nel 2006 il Rimini ritrovò la serie B a 24 anni di distanza dall’ultima volta. In panchina sedeva Leonardo Acori che rimase fino al 2008. La permanenza nella serie cadetta fu invece di quattro anni.
Dal 2010 ad oggi i malatestini per due volte sono dovuti ripartire dal basso: un fallimento nove anni orsono ed una radiazione tre anni fa. Ripartiti dall’Eccellenza nel 2016 i romagnoli hanno ritrovato la C con due promozioni consecutive. Lo scorso anno hanno ottenuto la salvezza solo passando per i playout
Il punto sugli avversari
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