Di Andrea Crosali
Abbiamo ancora negli occhi lo spettacolo coreografico di un “Garilli” che martedì in occasione del match contro l’Entella si è davvero messo l’abito da sera. Il Piacenza ha vinto la sua “finale di Champions”, ma per poter alzare le braccia al cielo e festeggiare una serie B che manca in città da ben 8 anni bisogna ancora attendere 180’ (leggi qui)
Difficile, anzi difficilissimo restare con i piedi per terra dopo aver ribaltato l’esito di due partite che stavano scivolando via dalle mani biancorosse, vedi Cuneo e Lucchese, quasi impossibile farlo dopo il grande trionfo di martedì sera nella gara più importante degli ultimi anni (leggi qui). Il campionato però non è finito. Il Piacenza è davanti a pochi metri dal traguardo, ma dovrà terminare il rettilineo finale con la stessa intensità delle ultime partite se vorrà davvero scrivere la storia.
Franzini in questi giorni ha dovuto forse svestire i
panni del tecnico e vestire quelli di un generale esperto per tenere la sua
truppa sull’attenti e, nello stesso tempo, garantire quel distacco e quella lucidità
indispensabili per ottenere una buona prestazione.
Al “Garilli” di fronte ad una cornice di pubblico che ci auguriamo possa essere
nutrita quanto quella di martedì scorso i biancorossi affronteranno l’Olbia.
Guardando la classifica a volte si rischia di trarre frettolosamente conclusioni sbagliate. Tra Piacenza ed Olbia ci sono 36 punti e 12 posizioni di differenza. Gli isolani, inoltre, non hanno più nulla da chiedere al campionato, essendo matematicamente salvi e già sicuri del fatto che non saranno ai playoff. Giocare con la capolista però è sempre uno stimolo di per sé. E proprio per il fatto che giocherà a mente sgombra la formazione di Michele Filippi potrebbe dare del filo da torcere ai piacentini. Davanti i sardi sono sempre temibili con Ragatzu ed Ogunseye…
Il Piacenza vede la serie B e non vuole sbagliare. I biancorossi hanno dimostrato di essere una squadra con gli attributi, capace anche di ribaltare le partite più complicate. Il dilemma è sempre lo stesso delle ultime giornate: 4-3-3 o 5-3-2?. Franzini da diverso tempo sta schierando la formazione con la linea difensiva a 5, ma il finale di gara con l’Entella in cui il 4-3-3 ha di fatto dato la svolta alla partita potrebbe anche far pensare al tecnico di Vernasca di tornare all’antica. E’ molto probabile, tuttavia, che il Piacenza si schieri con la linea difensiva a 5 per poi, eventualmente, cambiare in corsa.
Fumagalli, Di Molfetta, Della Latta, Silva, Pergreffi, Barlocco, Nicco, Porcari, Corradi, Terrani, Ferrari.
Potrebbe essere già festa promozione al “Garilli”, ma un successo dei biancorossi non basterebbe per la matematica. Perché il Piacenza possa festeggiare il ritorno nella serie cadetta di fronte al suo pubblico è necessaria, oltre alla vittoria, una concomitante sconfitta dell’Entella, impegnata a Chiavari contro la Juventus Under 23. Braccia al cielo anche in caso di successo e concomitante pareggio dei liguri.
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