Piacenza meta privilegiata del turismo escursionistico paesaggistico ambientale

La via Francigena:
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Piacenza meta privilegiata del turismo escursionistico paesaggistico ambientale nel 2023. I dati raccolti dall’Osservatorio Economico Distretti Produttivi Turistici (Ceves) per conto del Comitato Tratta Piacenza Via Francigena pro Unesco indicano  per il territorio di Piacenza un forte incremento di camminatori, escursionisti, pellegrini moderni, appassionati di passeggiate anche impegnative nel 2023 rispetto agli anni precedenti anche pre2020.

Settembre-ottobre periodo perfetto per i pellegrini moderni. 

Un riscontro importante è il numero di giovani e di famiglie che trascorrono giornate nel nostro territorio provinciale, soprattutto extraurbano e il numero di visitatori dalle provincie limitrofe. Una tradizione da sempre ma che si sta modificando con la sosta di un pernotto (oltre la singola giornata) e soprattutto con l’interesse per le mezze stagioni, meno sosta in fiume e più camminate. In crescita anche l’ afflusso da Svizzera, Francia, Olanda, Belgio. Questi ultimi “turisti-visitatori” più interessati alle “vie” urbane e ai luoghi storici e museali noti della città, ma alla ricerca di novità e diversità. E’ il caso della Ricci Oddi, del Carmine, delle gallerie d’arte private e delle collezioni fuori città. Una città arricchita di luoghi d’arte, di mostre e occasioni museali e soprattutto di indicazione dei “punti” e segni medioevali e rinascimentali per strada, con chiese, chiostri e palazzi diventa meta richiesta. Come pure l’arredo fisico e immateriale del centro storico sono fattori di attrazione, dicono gli intervistati. Piacenza non è “fuori mano”, andrebbe segnalata meglio in quei canali moderni e indiretti dettati dai social e dalle Tv. 

Risulta quindi un 2023, per quanto riguarda le escursioni e i pellegrini, molto diversificato rispetto alle tradizionali presenze (o pernotti). Sulla via Francigena, i transiti certificati al guado di Calendasco (valido per alcune vie Romee)  e all’uscita della città di Piacenza sono stabili da tempo anche per mancanza di un servizio assistito, sostenuto, voluto. Purtroppo concentrati solo in primavera e autunno perchè d’estate è molto dura camminare, ciclare, muoversi in pianura senza ripari, fonti acqua, ombreggiamenti che non ci sono, e non sono segnalati sulle carte ufficiali. “meglio una fontanella o un viale ombreggiato che una poltrona o panchina urbana multimediale”. Arrivati a Piacenza, da anni, 8 pellegrini-escursionisti su 10,  escono dalla “via maestra” della Francigena e cercano le varianti più comode e sicure. Si perdono un sacco di crediti ufficiali, ma il numero reale è in crescita. Il dato stimato di “escursionisti” (escluso i turisti puri e i vacanzieri generici) raccolto dall’indagine CevesUni  parla di 22/25.000 arrivi all’anno. Per quanto emerge dalla raccolta dei numeri, il Comitato Tratta Piacenza vie Romee e Francigena intende continuare a stimolare le amministrazioni comunali coinvolte nei vari percorsi. 

“Piacenza merita un unico city brand “di… cultura” per dare peso alle iniziative territoriali”   

La città è punto strategico delle diverse vie Romee. Molti camminatori chiedono più servizi: Piacenza potrebbe diventare un esempio, meglio della Toscana. Piuttosto che corsi di formazione per addetti ai lavori (che già sanno come accogliere il pellegrino-turista) e contratti o accordi personali commerciali, meglio integrare le vie storiche e quelle ciclopedonali che nascono con una gestione accurata e servizi alla persona. Fare una ciclabile e dimenticarla non serve.  Mancano cartelli delle vie Romee, infopoint fuori dal centro storico, posteggi segnalati per camper e auto custodite a nord della città, segnalazione di carraie di campagna sicure. “per strada” dobbiamo trovare servizi aperti durante il weekend, anche farmacia e bancomat, un meccanico e bottiglia d’acqua (penso ai dispensare dell’”acqua del sindaco”), accessi e connessioni aperte wifi di hotspot digitali. 

Piacenza non ha mare e laghi, ma il paesaggio naturale fra fiume Po e Appennino, le valli aperte, piccole opere architettoniche delle piazze di borghi e paesi, le feste locali  legate alle tradizioni artigianali e enogastronomiche risponde a una domanda molto attuale. Per questo “riaprire e attivare” luoghi come Porta Borghetto (ingresso in città delle vie Romee e san Rocco che seguivano l’argine del Po e del Trebbia), o le Mura Farnesiane, o i chiostri di san Sisto, Benedettine sono attrazione e sviluppano l’accoglienza. Anche manifestazioni brevi dedicate al verde, agli orti, ai palazzi storici, alle vie medioevali organizzati da associazioni private richiama molti ospiti. Sono un passaparola positivo se annessi ad altri servizi. 

Piacenza meta privilegiata del turismo

Un nuovo ecoturismo alle porte, Piacenza in prima fila come risposta alla domanda, ma…priorità in scelte strategiche pubbliche e private. 

Il riconoscimento Unesco della Via Francigena Italia, che come Comitato auspichiamo avvenga entro il 2025 senza intoppi, per Piacenza è fondamentale. Città che non è ancora entrata in un circuito Unesco. Non perdiamo l’occasione! Certe piccole criticità del percorso francigeno non devono diventare causa di rinvio e negazione. Chiediamo agli enti pubblici, quali referenti, di attivarsi. Il Comitato Tratta Piacenza è paladino vigile affinché venga trovata subito una identità “francigena” di Piacenza. Mai più le “strane” cancellature della sosta a Piacenza come già successo su carte ufficiali pubblicate. Per questo come Comitato grazie a Banca di piacenza abbiamo dato alle stampe la prima cartoguida di servizi di tutte le vie Romee che attraversano la diocesi di Piacenza Bobbio.   Piacenza deve avere un ruolo identitario nel progetto Francigena Unesco con un brand di alto profilo istituzionale culturale immaginifico iconico, e non di prodotto di consumo seppur di eccelsa qualità.

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