Eventi a Piacenza

Piacenza Jazz Fest, gli appuntamenti fino al 16 ottobre

Partenza accelerata per il Piacenza Jazz Fest che programma un evento al giorno nei suoi primi 20 giorni, dal concerto inaugurale allo Spazio Rotative fino alla fine del mese di ottobre. Nel corso della prima settimana di festival il programma è ricco di occasioni per ascoltare diverse facce del pianeta jazz, ogni volta con spunti diversi di interesse. In cartellone, tra i mani concert, la performance multimediale del fotografo Pino Ninfa, del vocal-performer Boris Savoldelli e del sassofonista Massimiliano Milesi dal titolo “La Magia delle Donne. Fra bellezza e quotidianità” (mercoledì 12 ottobre alle 21.15 a ingresso libero) che sarà anche la prima volta del Jazz Fest presso la Cappella Ducale di Palazzo Farnese. Un’occasione rara di sperimentare un’esperienza potenziata, assistendo a qualcosa di unico che verrà creato dagli artisti in scena in una cornice nuova e impregnata di bellezza.

Il giorno prima martedì 11 ottobre alle 21:30 invece in Sosteria (via E. Pavese, 85/a) il quartetto guidato dalla cantante Sofia Fragile inaugurerà con “Singin’ Basie” i concerti gratuiti presso i pub e i locali dove si fa musica dal vivo. Premio del pubblico al Concorso Nazionale “Chicco Bettinardi” 2022 per la sezione voci, dove si era distinta per interpretazione e personalità, la cantante lodigiana Sofia Fragile e il suo quartetto, presenteranno un programma interamente incentrato sulle composizioni di Count Basie. Dalla metà degli anni Trenta fino agli anni Cinquanta almeno, Count Basie e la sua orchestra furono, insieme a quella di Duke Ellingto, il punto di riferimento incontrastato dello Swing, il genere più popolare in quel periodo negli Stati Uniti. L’intento del quartetto è quello di ricreare l’atmosfera di quel tempo attraverso la magia irripetibile di brani come “April in Paris”, “Fly Me to the Moon”, “Every Day I have the Blues” e tantissimi altri che hanno segnato un’epoca irripetibile. Il programma della serata sfocerà in un disco la cui uscita è programmata per la prossima primavera. 

Giovedì 13 alle 21:30 ci si sposterà alla Muntà (via Mazzini, 72) con l’Afro-Cuban Quartet con a Gianni Satta alla tromba, Fabrizio Trullu al pianoforte, Alessandro Cassani al basso e Alberto Venturini alle percussioni. Questa è una storia sugli inizi del jazz moderno e del jazz latino ambientata nella New York degli anni Quaranta. Mentre Dizzy Gillespie, Kenny Dorham e altri stavano inventando il Bebop, i musicisti cubani come Machito e Mario Bauzá creavano invece il “Cubop”, ovvero l’Afro-Cuban Jazz. Poi si ritrovavano a suonare tutti insieme nei locali di Harlem, nelle sale da ballo o nei jazz club sulla 52esima e al Village. Ascoltare l’Afro-Cuban Quartet è come intraprendere un viaggio cinematografico che racconta la grande avventura di questi ritmi che, partiti dalla grande mela, hanno poi conquistato il mondo.

Chiude questa prima carrellata GATO!, l’omaggio a Gato Barbieri che venerdì 14 alle 21:30 presso il Circolo Arci Amici del Po (via Tinazzo, 30 a Monticelli d’Ongina) vedrà protagonista il sassofonista Germano Zenga con Luca Gusella al vibrafono, Danilo Gallo al contrabbasso e Ferdinando Faraò alla batteria. Un concerto ispirato all’indimenticabile sassofonista argentino Gato Barbieri, noto al grande pubblico per la colonna sonora di “Ultimo tango a Parigi”.

Il quartetto esplorerà la poetica e le innovazioni di Gato Barbieri comprese tra gli anni Sessanta e Settanta, senza tralasciare appunto il classico “Last Tango in Paris”. Ogni brano è stato rielaborato con arrangiamenti che imprimono originalità e freschezza, rispettando il senso armonico e melodico delle composizioni originali. Più che un omaggio infatti questo concerto vuole essere lo sviluppo dell’idea musicale che Gato Barbieri ci ha lasciato in eredità. Atmosfere argentine e sudamericane cariche di pathos si fondono con l’energia e l’intensità della musica jazz, per essere rielaborate in maniera personale dal sound di questa formazione.

15 e 16 ottobre

Finalmente è arrivato il momento anche per i leggendari Yellowjackets di suonare a Piacenza grazie al Piacenza Jazz Fest. I quattro elementi si esibiranno al Teatro President sabato 15 ottobre alle 21:15 per quello che si preannuncia un concerto indimenticabile, da conservare negli annali dell’associazione Piacenza Jazz Club, organizzatrice del festival con il determinante sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e di altre istituzioni e privati. Quando si parla degli Yellowjackets infatti, i numeri si fanno impressionanti e la band ha ben pochi rivali che possano contenderle il podio che le spetta in qualità di gruppo di riferimento nella Fusion. Tra l’altro si presenterà a Piacenza freschissima dell’ultimo album “Parallel Motion”, uscito da meno di un mese.

I biglietti per poter assistere a questo e a tutti gli altri concerti a pagamento del festival si possono acquistare presso la sede del Piacenza Jazz Club in via Musso 5 tutti i giorni feriali dalle 15:00 alle 19:30 e il sabato mattina dalle 10:30 alle 12:30, oppure online sul sito vivaticket.it. Informazioni scrivendo a biglietti@piacenzajazzclub.it, oppure chiamando lo 0523/579034. Fino a esaurimento di disponibilità sarà possibile acquistare i biglietti anche in loco la sera stessa. 

Per chiudere in bellezza il weekend, il giorno seguente, domenica 16 ottobre l’ideale è svegliarsi con calma, giusto in tempo per arrivare alle 12:30 per l’inizio del Jazz Brunch al Dubliners Irish Pub (via S. Siro, 24) accompagnati dal trio della cantante Alessia Galeotti, con Giovanni Guerretti al pianoforte e Alex Carreri al contrabbasso. Un ricco brunch con musica dal vivo è infatti perfetto per trascorrere una piacevole e rilassante domenica mattina, preparandosi contemporaneamente ad affrontare una nuova settimana lavorativa. Il brunch al Dubliners poi è ormai un’istituzione a Piacenza che si arricchisce sempre con nuove prelibatezze e piatti che uniscono dolce e salato accompagnati da caffè americano, come nella migliore tradizione inglese, nazione da cui questo rito è stato preso importato. Durante il Jazz Fest il rito si vivacizza grazie alla voce di Alessia Galeotti, nata a Parma dove inizialmente ha studiato canto lirico per poi continuare a Milano sotto la guida della cantante jazz Tiziana Ghiglioni. Corista di musicisti e cantanti (fra cui Alexia, Jenny B, Aida Cooper, Gatto Panceri, Mario Biondi), da anni collabora con alcune big band come Jazz Art Orchestra, C.B. Band e Mantova Studio Big Band, cantando a fianco di musicisti del calibro di Emilio Soana, Fabrizio Bosso, Massimo Manzi, Ellade Bandini, Tullio de Piscopo, Roberto Gatto e tanti altri.

Tornando invece al concerto degli Yellowjackets, con ventisei album all’attivo, oltre un milione di copie vendute, un migliaio di concerti in tutto il mondo, sono semplicemente la più longeva e creativa fusion-band della storia, non solo per un fatto di continuità anagrafica (il gruppo esiste dal 1977), quanto soprattutto per creatività. Gli Yellowjackets hanno sempre avuto ambizione e desiderio di sperimentare linguaggi, fusioni e contaminazioni, rivedendo continuamente il proprio orizzonte espressivo alla luce di nuove acquisizioni stilistiche. Ormai il loro sound e il loro stesso nome sono molto più di un marchio di fabbrica e, attraverso l’evoluzione della loro musica, rappresentano un certificato di garanzia. Jazz e stili differenti si fondono con grandissima raffinatezza in un sound compatto, preciso e con spazi, forme e dimensioni disegnati senza fatica. Nel corso del tempo diversi – e ben noti – musicisti si sono avvicendati, fornendo nuovi stimoli e inaspettate prospettive musicali, partecipando così alla consacrazione dell’ensemble, pluripremiato ai Grammy Award. Di bello c’è che mai e poi mai hanno annoiato, producendo sempre qualcosa di nuovo e, in molti casi, fulminante. L’attuale formazione comprende membri che hanno suonato in vari momenti della storia del gruppo: c’è uno dei suoi fondatori, il pianista Russell Ferrante, il batterista Will Kennedy, che ha suonato con la band dal 1987 al 1999 per tornarvi nel 2010, il sassofonista Bob Mintzer, nel gruppo dal 1990 e il bassista Dane Alderson, che si è unito alla band sette anni fa. Gli Yellowjackets sono un pezzo di storia dal quale oggi è impossibile prescindere.

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