L’analisi tattica della prossima avversaria del Piacenza.
Piacenza – Imolese, alle 17:30 di domenica, è in diretta su RADIO SOUND
E’ ora di completare il tris. Per il Piacenza calcio è tempo di raggiungere il primo obiettivo stagionale e chiudere con un filotto di tre vittorie il mese di novembre. All’appello manca solo un match, e verrà giocato nello stadio amico dei biancorossi: il “Leonardo Garilli”.
Dentro il fortino di casa i biancorossi volano con un ritmo invidiabile: 5 vittorie, 1 pareggio ed una sola sconfitta, con 16 punti conquistati a fronte dei 21 disponibili. In più, la truppa di Franzini è imbattuta dal 20 ottobre e ha infilato una striscia di 6 risultati utili consecutivi includendo la Coppa Italia.
I rossoblù di Atzori sono la 19esima squadra della graduatoria*, ma a discapito degli 11 punti in classifica vedono la salvezza distante solo 3 lunghezze. Inoltre, nell’ultimo mese, la società del presidente Spagnoli ha fatto segnare 4 risultati utili consecutivi, con la fondamentale vittoria (la seconda in campionato) sul Carpi ed il prestigioso pareggio con il Sudtirol.
I biancorossi si ritroveranno a fronteggiare una squadra di basso rango ma nel miglior momento di forma dell’intera stagione.
*una partita in meno
L’Imolese basa la propria solidità sulla fase difensiva.
Atzori ha organizzato un pressing* che ha lo scopo di disturbare la costruzione bassa degli avversari, coinvolgendo i tre uomini offensivi e l’esterno zona palla. La linea tenta di stare alta, ma ogni qual volta la palla supera la prima pressione un blocco di 7 giocatori pedala all’indietro per costruire le due linee difensive. Anche da palla persa l’Imolese è pronta a riconquistare la propria metà campo, offrendo sempre densità in zona centrale o in concomitanza del pallone. Il ripiegamento coinvolge anche il trequartista e risulta abbastanza efficace. Gli ultimi 3 gol subiti dai romagnoli sono arrivati da situazioni limite: un tiro-cross, una mancata copertura sulla respinta corta del portiere, ed un siluro di Morosini al 91′.
* Va specificato che le fasi di pressione variano in base all’avversario. Con il Sudtirol, Atzori ha alzato la squadra per non lasciare campo all’11 di Vecchi e costringerli a lanciare. Spesso ha funzionato.
In trasferta a Pesaro, al contrario, quando il pallino era in mano alla squadra di Pavan il pressing diventava molto più morbido, concedendo spazio ai biancorossi pesaresi. Dovendosi preoccuparsi di una squadra con tasso tecnico inferiore al Sudtirol e che schierava, di fatto, una sola punta, Atzori ha preferito fare densità nella propria metà campo intasando tutti gli spazi.
La retroguardia ha imbastito numeri consistenti (decima miglior difesa) mentre la metà campo offensiva sta subendo un processo di cambiamento.
Atzori ha pensato ad una risalita del campo con azioni disegnate alla lavagna, ma nei 25 metri finali, dove si decide la partita, i rossoblù arrivano ancora troppo corti.
I tre difensori devono gestire il possesso, con Tentoni e Marcucci (i due mediani nel 3-4-1-2) che giocano asimmetrici per garantire sia circolazione che aiuto al trequartista. Le due ali vengono sfruttate, maggiormente, per consolidare la fasi “con la palla” e per buttarsi a capofitto negli spazi che vengono creati dalla gestione centrale di Ngissah, Belcastro e Padovan. E’ un lavoro usurante quello chiesto da Atzori ai propri laterali, programmati per muoversi in linea retta come le torri negli scacchi. I due fantasisti (Belcastro e Padovan) hanno il compito di rifinire la manovra, offrire sponde al gioco alto su Ngissah e svariare cercando di aprire la scatola difensiva. Il centravanti Ngissah segue più o meno lo stesso spartito, cercando di fungere da primo riferimento.
Nelle ultime tre partite c’è una sola situazione offensiva degna di nota: quella di Latte Lath contro il Sudtirol.
Se da un lato i pochi riferimenti possono dare imprevedibilità, dall’altro permettono agli avversari lunghe fasi di difesa posizionale senza correre rischi eccessivi. Nonostante una fase d’attacco non ancora perfetta, degli 11 gol totalizzati dall’Imolese ben sei arrivano dalle ultime 4 partite: Atzori sta migliorando il paesaggio.
“Per la piazza, dal punto di vista sportivo, è stato uno shock; passare dai playoff-promozione alla lotta per salvarsi non è stato semplice. Dopo un inizio a rilento, in cui si viaggiava senza vittorie, le cose sono migliorate con l’arrivo di Atzori. I risultati raggiunti con il nuovo mister hanno riconsegnato fiducia ai rossoblù. L’obiettivo è continuare la striscia di 4 risultati utili consecutivi”.
“Il modulo è stato il primo cambiamento. Dal 4-3-1-2 di Coppitelli siamo arrivati ad una difesa a tre, ed un centrocampo infoltito da 4/5 uomini. Il cambiamento ha funzionato e la fase offensiva ne ha giovato. Nell’Imolese non c’è un vero e proprio bomber ma una cooperativa del gol”.
“L’Imolese potrebbe fare partita d’attesa, aspettando l’avversario. I rossoblù sono bravi a stare in attesa e poi ripartire, quindi mi aspetto una gara attenta e concentrata. Da quando è arrivato Atzori le partite si sono contraddistinte per solidità e ripartenze”.
“Padovan è molto in forma, e sicuramente potrà mettere in difficoltà la difesa del Piacenza. Bismark Ngissah, nonostante l’avvio difficile, è un altro giocatore da tenere d’occhio, ma il vero creativo è Luca Belcastro, pericoloso anche da calcio piazzato. Una menzione la merita anche Tommaso Tentoni, che contro il Piacenza in Coppa fece la sua miglior partita”.
Le news in casa Imolese: non ci saranno D’Alena e Garattoni. Ha recuperato Checci e potrebbe essere del match anche Alimi che si fece male al “Garilli” in Coppa Italia. Sall rimane in dubbio.
L’intervista completa a Giovanni Poggi in vista di Piacenza calcio – Imolese
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