Piacenza abbraccia Natali Shaheen, simbolo di pace e diritti umani attraverso lo sport. E’ un’occasione speciale per incontrare Natali, già capitana della nazionale palestinese di calcio femminile che sarà sabato 14 settembre alle ore 18.00 alla festa per l’85° anniversario della A.S.D. Folgore di Via Pavia (quartiere Infrangibile) dove durante il giorno si svolgerà un torneo di calcio a squadre.
La sua è la storia di una calciatrice che tra sport e determinazione rappresenta un simbolo della speranza di un mondo migliore, di pace, senza distinzione di genere.
La definivano sempre un maschiaccio perché giocava a calcio – spiega Lidia Gardella, referente del gruppo di Piacenza di Amnesty International – mentre generalmente nel suo paese non era così usuale per le bimbe giocare a pallone. Lei però è sempre stata supportata dalla sua famiglia, quindi ha potuto continuare finché è stata creata una squadra femminile. Poi ha fatto una carriera di alto livello fino a diventare la capitana della sua nazionale.
Per i minori lo sport è un diritto umano. Purtroppo ci sono paesi dove non c’è questo accesso. In più per le bambine la possibilità di avvicinarsi a sport non considerati prettamente femminili è un fatto importante sottolineato anche nel libro di Natali Shaheen. Lei incoraggia sempre le altre donne a fare quello che si sognano di fare.
Nasce a Gerusalemme il 2 luglio 1994. Cresce a Gerico, una delle città più antiche del mondo e, con i suoi 250 m. sotto il livello del mare, anche quella posta a più bassa altitudine del pianeta. Praticare sport in Palestina, soprattutto in ambito femminile, è molto complicato a causa della guerra, delle condizioni politiche, economiche ma anche in parte culturali.
La famiglia di Natali l’ha sempre sostenuta nel suo percorso sportivo, sin dalle scuole elementari dove giocava a pallone con i compagni di scuola maschi. Seppure giovanissima, viene presto selezionata per la rappresentativa di calcio femminile che nasce in Palestina a metà anni 2000.
Nonostante le difficoltà causate dall’occupazione israeliana e dai controlli continui per spostarsi nel Paese, per 10 anni Natali gioca nella squadra di Ramallah e partecipa a diversi tornei, tra cui la Coppa d’Asia, con la Nazionale, di cui è stata anche capitano, oltre la più giovane esordiente. La Federcalcio palestinese è riconosciuta dalla FIFA dal 1998.
Nel 2015 grazie all’Associazione Ponti non Muri arriva in Sardegna dove tornerà negli anni successivi sia per le sue doti sportive, sia per motivi di studio, diventando la prima calciatrice palestinese a giocare in un club europeo.
Nel 2022 ha raccontato la sua storia, umana e sportiva, nel libro “Un calcio ai pregiudizi, dalla Palestina alla Sardegna dribblando ogni ostacolo” (Edizioni Edes) le cui copie le troverete durante l’incontro e potrete averle autografate, così come la Figurina Solidale creata in suo onore. I ricavati per libro e figurine vengono utilizzati per progetti di cui Natali Shaheen ci racconterà.
Nel 2023 ha vinto il premio “Sport e diritti umani” promosso da Amnesty International Italia e Sport4Society.
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