Dopo il primo caso di peste suina in un allevamento del Piacentino, la Provincia, le istituzioni e le associazioni di categoria corrono ai ripari. Vertice questa mattina nella sede di Palazzo Garibaldi. E adesso anche per il settore della trasformazione della carne suina le preoccupazioni si fanno sempre più materiali.
Dal 01/01 al 31/07 sono stati effettuati nel territorio piacentino 652 interventi con l’impiego di 3574 bioregolatori volontari, 276 capi abbattuti.
Tutti d’accordo nel ritenere che siano necessarie molte più risorse finanziarie e umane per implementare tempestivamente la recinzione come misura efficace di controllo della malattia. Il timore è che la PSA si diffonda più a est (a est dell’autostrada A15) e a sud verso la Toscana, se non lo ha già fatto. Pertanto, è urgente un piano di controllo ed eradicazione esteso per la PSA che tenga conto dell’Emilia-Romagna e della Toscana.
“Chiediamo sicuramente attenzione. Partirà una lettera indirizzata ai ministri, al Ministro della Salute, al Ministro dell’Agricoltura, una lettera che si farà portavoce di quello che sta vivendo il nostro territorio. Quindi chiederemo a gran voce attenzione e aiuto in termini proprio anche di risorse”. Lo spiega il presidente della Provincia, Monica Patelli.
“Perché effettivamente ormai il nostro territorio è ferito: è successo quello che speravamo non succedesse, ma che tutti tenevamo, ne abbiamo avuto la testimonianza, è giusto condividerlo ad alta voce informando le istituzioni e il governo della gravità della situazione affinché ci sia davvero più attenzione, affinché questo virus non continui ad avanzare. La grande preoccupazione è questa: non si fermerà a Piacenza, non si fermerà in Lombardia, sta arrivando in Toscana e quindi bisogna davvero avere attenzione, metterci la testa, avere anche più risorse in termini di persone che ci si dedicano, in termini anche di risorse economiche. Perché è sempre di più un’emergenza che andrà a toccare anche la nostra economia”.
“Il commissario straordinario nei giorni scorsi si è dimesso: ho scritto al Governo per chiedere di procedere a una nuova nomina, visto che siamo in emergenza ed è necessario non perdere tempo. Inoltre, chiediamo da almeno due anni la condivisione di una strategia nazionale chiara e omogenea per tutte le regioni. Ad oggi non è successo nulla”.
Così l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi, a proposito dell’intensificazione dei problemi a causa della peste suina africana (Psa), e l’obiettivo di ridurre la presenza di cinghiali sul territorio.
“Non possiamo compromettere la filiera suinicola per il suo valore e per tutti i posti di lavoro che rappresenta- prosegue Mammi, che ha ricordato le richieste fatte al Governo per un’azione efficace di contenimento del virus-. Negli 2022 la Regione ha anticipato 2 milioni di euro alla struttura commissariale nazionale, risorse che solo in questi giorni hanno iniziato a usare dopo quasi due anni di richieste inascoltate perché venissero impegnati per il contenimento e l’eradicazione. Visto quanto accaduto in un allevamento del piacentino, è necessario procedere con la dichiarazione dello stato di calamità per poter agire con misure straordinarie, la nomina di subcommissari regionali con poteri di intervento, in deroga alla normativa appalti, la salvaguardia delle esportazioni che rappresentano il valore commerciale più importante negli ultimi anni, in particolare per le produzioni Dop e Igp”.
“Da parte nostra- ha aggiunto-, confermiamo l’impegno per difendere le produzioni: le Province hanno a disposizione 3 milioni di euro per procedere al depopolamento dei selvatici”.
Tra le azioni avviate: il piano di controllo dei cinghiali e il sostegno all’autodifesa per gli agricoltori. Sono state previste risorse specifiche assegnate alle polizie provinciali per la gestione dei piani di controllo, 500 mila euro nel 2023, 1,2 milioni per il 2024, oltre ai 5 milioni che la Regione mette a disposizione ogni anno per le attività faunistiche alle Province. La Regione ha poi istituito i gruppi operativi territoriali (Got) nei territori colpiti.
Tra le attività della Regione, i tre bandi emanati in 2 anni con risorse per 10 milioni di euro, rivolti all’innalzamento dei livelli di biosicurezza negli allevamenti, ed è in previsione l’uscita di un quarto bando dopo l’estate. Tra le opere finanziate, recinzioni, piazzole disinfezione automezzi, zone filtro, celle frigorifere.
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