Attualità

Oltre 600 cinghiali abbattuti in un anno per contrastare la peste suina: “Dopo le escursioni nei boschi disinfettare le scarpe”

Oltre 605 cinghiali abbattuti in un anno, l’anno scorso erano stati 388. Il piano di controllo della fauna selvatica ha subito un inevitabile incremento proprio per contrastare la diffusione della patologia. I timori sono legati alla tutela degli allevamenti suini che rappresentano una fetta importante della nostra economia.

Ieri, a palazzo della Provincia, si è riunita per la prima volta la cabina di regia votata appunto ad affrontare il problema.

Impiego dell’esercito, sistemazione delle trappole, ricerca di cacciatori per mantenere a pieno regime il piano di abbattimento controllato sono stati gli argomenti trattati. Ma soprattutto il coordinatore della cabina di regia, Davide Marenghi, ha voluto sottolineare il potenziale pericolo derivante dalle escursioni nei boschi. Chi va nei boschi rischia di diffondere poi il virus.

Cosa fare allora? Per limitare il rischio di diffusione, il consiglio è quello di togliersi le scarpe, sigillarle in una borsa e poi disinfettarle una volta a casa.

Il primo incontro della cabina di regia

Dare tempestiva diffusione delle informazioni, veicolare e condividere le istanze del territorio con il GOT-Gruppo Operativo Territoriale e con il Commissario Straordinario alla PSA, formulare proposte concrete rispetto alle criticità note e al contesto normativo di riferimento, supportare gli enti locali: sono queste le principali finalità che si è data la neonata cabina di regia sull’emergenza PSA che si è riunita per la prima volta, nella mattinata di ieri, nel Palazzo della Provincia.
Costituito e coordinato proprio dall’ente di Corso Garibaldi, a completamento di un percorso ricostruito in avvio di riunione dalla presidente della Provincia Monica Patelli, il tavolo tecnico di confronto (i nomi dei componenti sono disponibili al link https://www.provincia.pc.it/leggiarticolo.php?idart=3092) ha una composizione che rappresenta tutte le categorie connesse al tema PSA e si è dato immediatamente una veste operativa, nella condivisa consapevolezza che unità di intenti e coesione del territorio saranno decisive per ottenere il necessario cambio di passo imposto dal rapido evolversi della situazione della peste suina.
Dopo il dettagliato inquadramento dell’impatto sul territorio della situazione attuale e delle competenze delle diverse realtà che, a vario titolo, sono impegnate sul fronte della peste suina, la cabina di regia ha definito obiettivi e modalità del lavoro per le prossime settimane.
Ampio spazio è stato dedicato alla urgenza del depopolamento dei cinghiali, aspetto per il quale è stato unanimente riconosciuto il decisivo ruolo dei bioregolatori (i soggetti abilitati al prelievo, con specifica formazione in materia di biosicurezza).

Ricordate le differenze tra le zone non toccate dalla PSA e le altre, che sono sottoposte a vari livelli di restrizioni, inoltre è stata definita la strategia per la cattura, l’abbattimento e la gestione delle carcasse degli ungulati in relazione al quadro complessivo dei piani di controllo e alla pressoché unanime richiesta di accelerare i tempi sia in termini di snellimenti burocratici sia in termini di accelerazione nell’iter che porterà all’avvio dei prelievi.
Ospite del primo incontro anche l’U.O. Sanità animale dell’Ausl di Piacenza con il dottor Alessandro Chiatante: evidenziate le regole e le precauzioni necessarie, in ottica di contenimento della PSA, per le attività all’aperto (umane, ludico-ricreative e sportive) svolte nelle aree agricole e naturali.
Il franco dibattito che è seguito agli interventi tecnici ha consentito ai 25 presenti (uno dei quali collegato in via telematica) di esprimere il proprio punto di vista in merito alle diverse questioni, analizzate approfonditamente anche in relazione a tempistiche e risorse necessarie.
Il secondo incontro della cabina di regia per la gestione congiunta dell’emergenza PSA si terrà entro fine marzo.


Le azioni in Regione

Le strategie di contrasto alla diffusione della peste suina africana sul territorio nazionale sono state al centro dell’incontro, richiesto dalla Regione Emilia-Romagna, che l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi, ha tenuto ieri al ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e foreste.

Alla presenza dei sottosegretari alla Salute, Marcello Gemmato, e all’Agricoltura, Patrizio Giacomo La Pietra, sono state illustrate e condivise le misure per il depopolamento dei cinghiali, necessarie per ridurre la circolazione del virus in coordinamento fra le diverse Regioni.

La strategia rientra nel Piano nazionale di contenimento, redatto dal commissario straordinario, Vincenzo Caputo, e approvato dalla Conferenza Stato-Regioni.

“Dal confronto- spiega Mammi– è emersa ed è stata accettata la proposta dell’Emilia-Romagna di un coordinamento più stretto fra gli assessori delle Regioni confinanti: Liguria, Piemonte, Lombardia e Veneto. Nei prossimi giorni i rappresentanti del Governo procederanno a una prima convocazione che dovrebbe poi proseguire con un tavolo permanente”.

Sono state illustrate inoltre le azioni messe in atto in Emilia-Romagna per aumentare la sicurezza del patrimonio zootecnico per tutelare il settore suinicolo, che rappresenta per la Regione un valore importante sia in termini di quantità che qualità.

“In questi giorni -aggiunge Mammi – uscirà un terzo bando che abbiamo deciso di fare come Regione per aumentare i livelli di biosicurezza, il terzo in ordine di tempo che vede complessivamente per questi interventi un impegno di oltre 7 milioni di euro permettendo di dare risposta a tutte le domande ricevute”.

La Regione è inoltre impegnata nel promuovere e sostenere l’attività delle polizie provinciali per l’attuazione dei piani di depopolamento della specie

“Sono stati approvati finanziamenti alle Province per complessivi 900 mila euro, parte dei quali destinati alla riduzione dei cinghiali con l’obiettivo di ridurne in modo massivo la presenza sul territorio. A queste risorse si sommano i due milioni anticipati al Commissario straordinario che verranno utilizzati sempre per questo scopo, perché è importante agire con il massimo impegno”.

Dopo i primi due incontri realizzati le settimane scorse a Parma e Piacenza, sono stati programmate altre due date per la Provincia di Reggio Emilia e Modena, che seppur non ancora interessate dalla diffusione del virus è importante attuino misure in un’ottica preventiva.

“In questi incontri- conclude Mammi- abbiamo deciso di coinvolgere tutti i soggetti del territorio, dai presidenti di Provincia ai sindaci, dalle rappresentanze degli allevatori a quelle dei salumifici, dagli Ambiti territoriali di caccia alle associazioni venatorie e agricole, perché crediamo che in un momento come questo sia necessario un grande sforzo da parte di tutti per ridurre i rischi di circolazione del virus. Per questo abbiamo definito degli obiettivi chiari depopolamento, condivisi anche con gli Atc del territorio, che fanno parte di una strategia più complessiva che stiamo illustrando negli incontri programmati”.

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