Assemblea dei pensionati della Cgil in corso alla sala Nelson Mandela con il segretario generale Spi Cgil Emilia Romagna Raffaele Atti e gli attivisti e delegati Spi cgil Piacenza, con il segretario Luigino Baldini.
È stata l’occasione per fare il punto sulle rivendicazioni e sulle criticità all’orizzonte per i pensionati: dall’aumento del fondo per la non-autosufficienza e della 14esima all’anticipo della perequazione per le pensioni basse, dalla lotta per il divario digitale (“oggi molti servizi si erogano digitalmente e chi ha difficoltà rischia di essere un cittadino di serie B”) al tema della salute. Domiciliarietà, abbattimento delle liste di attesa e una sanità diffusa con punti di accesso unici.
Spazio anche agli interventi di Federconsumatori, Sunia sul bonus affitti e un dibattito capace di preparare il terreno per tre iniziative a Piacenza nell’ambito di #SpiInPiazza. Appuntamento 8 settembre a Fiorenzuola d’Arda, il 10 a Piacenza e l’11 a Castelsangiovanni.
“Persino nel dopo pandemia non era così complicato come oggi essere pensionati”, spiega Luigino Baldini, segretario dello Spi Cgil di Piacenza.
“I valori attuali delle pensioni medie sono intorno ai 1250 euro per le persone di sesso maschile e 750 euro per le donne. Queste sono le medie che lasciano intendere la situazione dei pensionati. Se due persone stanno ancora insieme, riescono a vivere, mentre le persone sole hanno grandissime difficoltà, per loro è un disastro. Diciamo che l’80% dei pensionati sono proprietari di casa, ma a questo dobbiamo aggiungere le spese, comprese quelle per i farmaci per i quali c’è stato un aumento pazzesco”.
“Una delle soluzioni più urgenti è la diminuzione delle liste d’attesa. Sembra che possa non avere nulla a che fare con la situazione finanziaria e invece è fondamentale. Se le liste d’attesa sono lunghe, al di là delle urgenze, i pensionati si trovano costretti a rivolgersi ai privati con conseguenti costi: ci sono persone che non mangiano per potersi pagare una visita specialistica o un esame. Il vero problema è che una buona fetta di pensionati viene esclusa dal servizio sanitario”.
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