Crudeltà sugli animali, pecora abbandonata agonizzante per giorni nel piacentino. Le Guardie Zoofile Enpa sono intervenute, grazie alle segnalazioni di passanti che hanno riferito di aver visto un’animale disteso da qualche giorno sempre nello stesso modo e luogo. In particolare in mezzo ad un’area cortilizia a ridosso della strada, presso l’abitazione di un uomo residente in provincia di Piacenza, il quale deteneva vari animali da reddito( allevamento).
Sul posto le Guardie Enpa hanno rinvenuto nel mezzo di un grande cortile una pecora riversa a terra. L’animale era appesantito da una montagna di vello non tosato, molto sporco, intriso di fango e liquame, pieno di insetti. Inoltre su di un arto posteriore aveva varie morsicature di piccoli animali, conseguenza di ferite esposte e sporche. La pecora non in grado di reggersi sulle zampe ed era impossibilitata a difendersi da roditori o animali selvatici che la stavano letteralmente mangiando da “viva”.
Il povero ovino era vivo, ma evidentemente agonizzante. Infatti le Guardie Zoofile Enpa hanno contattato subito i Veterinari dell’Asl di Piacenza, i quali sono intervenuti prontamente con scrupolosa attenzione e professionalità. Purtroppo data la gravità delle condizioni dell’animale sono stati costretti ad effettuare l’eutanasia per porre fine alla lenta agonia dell’animale.
Gli stessi veterinari dell’ASL hanno poi, provveduto al sequestro amministrativo dei rimanenti animali. In particolare di capre, pecore ed un toro. Infatti dai resoconti delle Guardie Enpa e verifiche degli stessi, è risultato che il proprietario non possedeva nessun tipo di documentazione sanitaria ed amministrativa riguardante la detenzione di questi animali. L’uomo ha dichiarato di tenerli come animali d’affezione.
Il proprietario della pecora non ha provveduto a chiamare un veterinario per verificare lo stato di salute dell’animale ed impostare un’eventuale terapia che avrebbe potuto salvargli la vita, oppure provvedere ad un’eutanasia che ne risparmiasse inutili patimenti. In pratica lasciando il mammifero abbandonato a se stesso per giorni ad una lenta e dolorosa agonia. Proprio per questi motivi il piacentino è stato denunciato dalle Guardie zoofile Enpa per maltrattamento di animale, secondo l’Art. 544ter c.p.p. L.189/2004. L’articolo recita: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate. Ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale”.
“Una situazione penosa e orripilante” commenta il Capo Nucleo Michela Bravaccini intervenuta sul posto insieme alla Guardia Maria Giovanna Passera. “Purtroppo è insita nella nostra società, la strana concezione e convinzione che vi sia un discernimento tra varie tipologie di animali ed esseri viventi. Tra animali d’affezione, animali da allevamento ed animali selvatici, come se vi fossero animali di serie A e serie B e che i secondi quindi si possano trattare prettamente come oggetti. Come se cani e gatti fossero gli unici a provare sentimenti e sofferenza. Niente di più erroneo, infatti la Legge in questione non fa distinzione. Se è un animale e lo maltratti questa è la Legge a cui soggiaci”.
Infatti vi sono in vigore anche Leggi che tutelano prettamente gli animali negli allevamenti. Le Guardie zoofile dell’Ente Nazionale protezione Animali sono le uniche Guardie eco/zoofile adibite ed abilitate anche alla difesa del patrimonio zootecnico. In particolare grazie al D.P.R. del 1978 del Presidente Sandro Pertini.
“In questi casi particolarmente crudi bisogna mantenere un atteggiamento neutro, non facile di fronte alla sofferenza di un essere vivente. Di questa vicenda mi rimarrà sempre impressa l’ultima lunga carezza del veterinario sul capo dell’animale prima dell’eutanasia”.
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