Paolo Savona al PalabancaEventi: “Criptovalute utilizzate per aggirare le sanzioni contro la Russia, serve un accordo internazionale per regolarle”

«Lo ripeto da tempo: c’è assoluta necessità di un accordo internazionale urgente per regolare lo sviluppo delle cryptocurrency che, lo ricordo, sono state utilizzate per aggirare, in parte, le sanzioni che l’Occidente ha inflitto a Putin per l’invasione dell’Ucraina». Non ha usato giri di parole il presidente della Consob Paolo Savona, ospite della Banca di Piacenza al PalabancaEventi, dove ha tenuto, in Sala Panini (con le sale Verdi e Casaroli videocollegate), una lectio sull’attuale situazione internazionale sotto il profilo monetario e finanziario. Il prof. Savona – presentato dal presidente del Cda della Banca Giuseppe Nenna, che ha ricordato come fosse la prima volta un presidente Consob veniva a Piacenza in visita ufficiale – ha proposto all’attento pubblico un serie di riflessioni sugli effetti, non sempre positivi, del progresso scientifico e tecnologico applicato al mondo della finanza. «L’espansione delle criptovalute e l’ibridazione degli strumenti tradizionali – ha avvertito il presidente Consob – procede a macchia d’olio, le piattaforme imperano e hanno eretto mura giuridiche difensive tali che occorrono urgenti proposte operative per proteggere consumatori, investitori e imprese dai rischi provenienti dalle attività digitali, proposte che prevengano alterazioni della stabilità finanziaria e mitighino i rischi sistemici per il mondo intero».

Il prof. Savona ha quindi fatto presente che chi ha inventato i Bitcoin (un matematico ignoto, nel 2008) «non si è preoccupato dei rischi che l’umanità corre per la crescita di questa ricchezza prodotta dal nulla». Il relatore ha riferito di essere intervenuto più volte sul tema, ma che è stato sostenuto che lo stesso non è di pertinenza della Consob. Tesi contestata dal suo presidente, il quale ritiene che gli obiettivi dell’attività di vigilanza dell’Autorità siano quelli di salvaguardia della fiducia del sistema finanziario, tutela degli investitori, stabilità, buon funzionamento e competitività del sistema finanziario, osservanza delle disposizioni in materia finanziaria. E a sostegno della sua tesi il prof. Savona ha citato l’Ordine esecutivo emanato il 9 marzo scorso dal presidente degli Stati Uniti Biden che coinvolge direttamente la SEC, la Consob americana, e altre 17 istituzioni per affrontare il problema delle criptovalute. La scelta più importante che pone l’ordinanza americana è se creare o meno una moneta virtuale pubblica negli Usa. «Se nasce una criptovaluta pubblica – ha spiegato il presidente Consob – i depositi bancari uscirebbero dal circuito monetario e le banche si dovrebbero dedicare alla gestione del mero servizio dei pagamenti, gestendo gli wallet di moneta ufficiale contabilizzata a blocchi concatenati, e del risparmio, trovandosi in competizione, anch’essa da regolare, con le piattaforme digitali che gestiscono attualmente le criptovalute, circoscritte nel loro ambito o ibridate con gli strumenti tradizionali: credito, derivati, assicurazioni».

In ricordo della serata il prof. Savona ha ricevuto la medaglia della Banca di Piacenza e il prezioso volume di Gianfranco Levoni “Piacenza”.

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