Paolo Giunta è il nuovo direttore dell’Anatomia patologica dell’Ausl di Piacenza

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È Paolo Giunta il nuovo direttore dell’Anatomia patologica dell’Azienda Usl di Piacenza. “Mi sono sempre occupato di tutte le aree afferenti all’Anatomia patologica – osserva il medico; con un interesse particolare rivolto all’anatomia ginecologica e alla mammella (anni addietro, a Melegnano, ho costituito una delle prime breast unit). La sfida piacentina arriva dopo 27 anni nella medesima realtà, un lungo periodo che mi ha permesso di acquisire non solo competenze mediche, ma anche manageriali, legate alla gestione della qualità e del risk management”.

Siciliano di nascita (Noto), il dottor Giunta ha costruito la sua carriera non molto lontano da noi.

“Mi sono specializzato a Pavia, nei tardi anni ’90. Terminata la specialità ho iniziato a lavorare all’ospedale di Melegnano, dove mi sono fermato fino a oggi. Lì, dal 2018, sono stato anche direttore”. A Piacenza è chiamato a gestire un reparto che è già proiettato nel futuro. “Storicamente l’Anatomia patologica nasce come una disciplina molto pratica e manuale (la parte del taglio, ad esempio). Inoltre c’è un forte aspetto connesso all’interpretazione dei dati raccolti, altra caratteristica del settore”.

“Ma siccome l’Anatomia patologica, negli ultimi anni, ha assunto un ruolo sempre più cruciale all’interno dei percorsi di terapia oncologica, ecco che il nostro profilo, con le nuove frontiere aperte da terapie sempre più mirate, diventa decisivo per l’individuazione delle caratteristiche di un determinato tumore. Questo ha reso indispensabile una sempre maggiore sicurezza dei processi. Oggi all’oncologo forniamo informazioni sempre più dettagliate e anche i materiali utilizzati costituiscono fattori decisivi per analisi attendibili e puntuali. Credo che queste mie competenze siano necessarie a un’Anatomia patologica accurata, moderna e aggiornata”.  

“La medicina moderna – conclude – ha un approccio multidisciplinare fondato sulla presa in carico del paziente, non più chiamato, in prima persona, a creare da sé il proprio complicato percorso terapeutico. Nella comunità di professionisti che si prendono cura del singolo paziente anche l’anatomo patologo riveste una certa importanza, e per questo intendo consolidare e sviluppare, anche qui, i rapporti con gli altri reparti (penso, per citarne uno, alla Pneumologia). Un tempo il patologo era visto come quel medico chiuso nel suo ambulatorio, intento a lavorare con il microscopio. Oggi non è più così. La collaborazione con i colleghi, nell’ottica di una gestione completa del paziente, è continua”.

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