Palestre chiuse da un anno, parte la controffensiva: perizie mediche e avvocati per chiedere al governo un cambio di rotta – AUDIO

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Le palestre sono chiuse ormai da un anno e i titolari decidono di reagire. Un’iniziativa coordinata da un team di avvocati per chiedere un’inversione di marcia in ambito dpcm.

“Stiamo vivendo malissimo perché la prima chiusura risale all’8 marzo 2020. Il 5 marzo 2021, ultimo giorno del nuovo dpcm, coinciderà con un anno di chiusure, durante il quale abbiamo lavorato solo tre mesi. I tre mesi estivi, durante i quali l’affluenza è minore, tra l’altro”. E’ il commento di Daniele Bavagnoli, della palestra Acrobatic Fitness.

“E’ giusto che il governo tuteli la salute controllando l’andamento della pandemia. Il punto, però, è che noi non saremmo dovuti rientrare nella categoria secondaria, ma primaria. Non è detto da me, esistono documentazioni scientifiche secondo le quali l’attività fisica è fondamentale per la salute: le palestre rientrano appieno nel concetto di prevenzione, anche contro il Covid”.

“Teniamo presente che quando abbiamo riaperto per la prima volta, i primi clienti a tornare sono stati utenti di 70 – 80 anni perché erano chiusi in casa da tre mesi”.

“A Piacenza ci siamo riuniti e abbiamo deciso di farci rappresentare da due avvocati, Andrea Cremona e Giuseppe De Falco. Stiamo raccogliendo perizie di diversi medici, piacentini e non solo, da portare al governo. L’obiettivo è che lo sport venga considerato attività primaria e quindi ottenere una variante al dpcm. Una delle ultime normative europee prevede che almeno il 15% dei cittadini, entro il 2030, si avvicini alla ginnastica, anche per pesare meno sul sistema sanitario”.

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