La sesta giornata degli eventi collegati all’Ostensione dell’Ecce Homo a Palazzo Galli è stata caratterizzata dalla presentazione (sempre in diretta streaming) della mostra “La Piacenza che era”, consueto appuntamento con l’arte donato dal 2004 ai piacentini dalla Banca di Piacenza nel periodo natalizio (dal13 dicembre al 17 gennaio a Palazzo Galli, nel rispetto delle regole che saranno stabilite dai nuovi decreti sull’emergenza sanitaria legata al Covid). «Il consiglio – ha spiegato il vicedirettore generale della Banca Pietro Boselli, che ha presentato le relatrici – è di seguire il sito del nostro Istituto per avere sempre un aggiornamento della situazione».
Laura Bonfanti, curatrice della mostra, ne ha illustrato le caratteristiche: saranno esposte opere (una cinquantina) che ritraggono parti di Piacenza non più esistenti o modificate; a corredo, 40 fotografie d’epoca (degli studi F.lli Manzotti, Giulio Milani, Gianni Croce). «“La Piacenza che era” – ha argomentato la dott. Bonfanti – è un viaggio da inizio Ottocento fino ai giorni nostri attraverso il quale si presenta lo stretto rapporto tra la città e i suoi abitanti, in un insieme armonico di interazioni e ammodernamenti capaci di rendere questo territorio l’unicum che è oggi». La curatrice della rassegna ne ha quindi proposto alcuni assaggi, mostrando diversi quadri ed evidenziando le differenze con la situazione attuale. Tra gli artisti autori delle opere, Hippolyte Sebron, Jacques Carabain, Giovanni Migliara, Federico Moja, Luciano Ricchetti, Bot.
La prof. Poli – autrice di alcuni contributi per il catalogo della mostra – ha invece trattato delle testimonianze documentarie e iconografiche che attestano i cambiamenti urbanistici avvenuti nel tempo a Piacenza, citando i lavori di via Cavour tra il 1909 e il 1914 culminati con la realizzazione del polo scolastico e due piani di trasformazione di Piacenza mai realizzati (dell’arch. Arnaldo Nicelli, nel 1927 e dell’ing. Giuseppe Manfredi). La relatrice ha poi mostrato alcune incisioni con vedute cittadine (Santa Maria di Campagna, chiesa della Benedettine, area di San Sisto, Piazza Cavalli), testimonianze di com’era Piacenza tanti anni fa; e ricordato l’importante ruolo dei pittori vedutisti, come Giovan Paolo Panini. «Nel ‘900 – ha concluso la prof. Poli – le immagini che hanno fatto la storia di Piacenza sono state raccolte attraverso le copertine della Strenna, la rivista ufficiale degli Amici dell’Arte».
A seguire è andato in onda un filmato illustrativo della Salita al Pordenone, che non si è potuta fare in presenza in base a quanto stabilito dalle sopravvenute norme sull’emergenza sanitaria.
Il 3 dicembre settima giornata degli eventi in streaming con la presentazione, alle 18, del volume “Einaudi a Piacenza nel 1949” di Robert Gionelli, con l’intervento dell’autore. Per seguire la diretta occorre collegarsi al sito della Banca all’indirizzo www.bancadipiacenza.it.
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