Ospedale di Piacenza, Ugl: “Urge un confronto sulle problematiche vere”. Lo sostiene Pino De Rosa, segretario provinciale del sindacato.
Non ci appassionò più di tanto la diatriba in merito ai terreni sui quali edificare il nuovo ospedale di Piacenza e difatti non intervenimmo.
Alla luce della tragedia che ha devastato la comunità di Piacenza e provincia e dei pericoli ancora incombenti credo sia semplicemente imbarazzante ricordare su quali questioni si fossero accesi gli animi. Credo di poter affermare con certezza che tanto si parlò ma per nulla né dei malati né di chi li cura.
Riteniamo, come Organizzazione Sindacale, di farci promotori di un momento di confronto istituzionale finalizzato a rendere chiari gli scenari, le prospettive ed i processi che, evidentemente, impatteranno sulla sanità piacentina, e non crediamo di esagerare, per il prossimo decennio.
I percorsi di partecipazione e consultazione dei corpi intermedi sono sempre auspicabili; ma attenzione a non cadere nella logica lobbystica per cui tutto diventa un esercizio di ruolo ed un duello tra parti che rappresentano interessi contrapposti i quali allontanano, comunque, dall’interesse generale. Ricordano bene i piacentini che il processo di ristrutturazione della sanità piacentina, da diversi anni, con una logica manageriale, di sostenibilità aziendale, attua come principio quello del depotenziamento delle strutture sanitarie provinciali; il tutto in vista di un accentramento nel capoluogo e dell’edificazione del “nuovo” ospedale di Piacenza.
E’ evidente che a questo processo consegua la costruzione di un grande ospedale! Non ricordo significative prese di posizione contrarie a questa “scelta” se non quelle di comitati di cittadini, genuini e perciò sostanzialmente ignorati, e quella durissima del Primario di Chirurgia di Castel San Giovanni, Dottor. Stefano Lucchini, purtroppo non più tra noi, che con competente lungimiranza aveva più volte ed efficacemente indicato le falle che si sarebbero aperte ed i pericoli di un tale percorso.
Alla luce di ciò che è successo, vanno riconsiderate le scelte, forse, a favore di un principio secondo il quale (lo ripeteva spesso Lucchini) la sanità deve essere quanto più possibile diffusa e capillare per essere vicino alla gente.
Se si vorrà invece proseguire lungo la strada intrapresa, e cioè dell’ospedale nuovo a Piacenza, c’è bisogno di capire, con ragionevole certezza, i tempi di realizzazione, che non credo possano essere stimati in meno di 8 anni.
Nel frattempo bisogna capire cosa avverrà nell’interregno rispetto ai medici, ai reparti di eccellenza che Piacenza ha, alla salvaguardia dei posti di lavoro per tutte la altre figure professionali impegnate. Notevole dovrà essere l’approfondimento per le strutture ospedaliere del Guglielmo da Saliceto, anche alla luce dell’esperienza fatta.
Ci aspettiamo un serio coinvolgimento, in brevissimo tempo, con la volontà di rimettere al centro i malati e chi li cura.
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