Lo scorso 1° agosto la Polizia di Stato, nel corso di un’attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Piacenza, ha tratto in arresto un medico di base in servizio a Piacenza, indagato per corruzione, spaccio di sostanze stupefacenti, falso in atto pubblico e truffa ai danni dello Stato.
L’attività d’indagine, condotta dalla locale Squadra Mobile, è relativa ad una rete di distribuzione in questo capoluogo di farmaci oppiacei a base di tramadolo (droga del combattente) ed ossicodone (eroina dei poveri), ma anche di benzodiazepine, ha coinvolto cittadini nordafricani e due medici di famiglia con studio a Piacenza.
Il tramadolo, comunemente noto come droga del combattente, viene utilizzata negli scenari di guerra in Africa e nel Medio Oriente per conseguire effetti antifatica, stimolanti, euforizzanti mentre l’ossicodone, denominato l’eroina dei poveri in quanto più a buon mercato rispetto all’eroina, se assunto assieme all’alcool dà effetti simili a tale droga.
Le indagini, tuttora in corso su alcuni accoltellamenti avvenuti in città, si sono intrecciate con la segnalazione pervenuta alla Questura da parte di un farmacista. Quest’ultimo si era insospettito per le continue e sospette ricette mediche con le quali soggetti chiedevano farmaci aventi i predetti principi attivi, oppiacei, ritirati da ragazzi di giovane età ed apparentemente in perfetta salute.
I successivi accertamenti hanno consentito di acclarare che due medici di base, almeno dal gennaio 2023, avevano prescritto con regolarità gli oppiacei a persone di giovane età, privi di patologie cliniche, ed assuntori anche di altre sostanze stupefacenti.
La diffusione dei farmaci, in particolare tra ragazzi di origine straniera, potrebbe essere ricondotta ai recenti accoltellamenti avvenuti in città, accaduti apparentemente per futili motivi, che hanno visto coinvolti alcuni cittadini nordafricani che si sono affrontati con l’utilizzo di un machete e che, apparentemente senza provare dolore per i colpi subiti, si sono inflitti tagli in varie parti del corpo quasi a “testare” la propria soglia del dolore, anestetizzati dagli oppiacei.
Attraverso l’attività di indagine è emerso che un medico, in particolare, aveva prescritto tali farmaci dietro il pagamento di denaro da parte di cittadini stranieri, spesso intestando le ricette a terzi pazienti ignari.
I farmaci sono stati quindi rivenduti sul mercato piacentino alimentando anche il mercato della droga locale.
A conferma dell’ipotesi investigativa iniziale, alcuni dei pazienti entrati nello studio del medico, spesso indossavano vistose fasciature, a causa dei fendenti subiti combattendo contro i rivali.
Inoltre, l’indagato era solito, dietro pagamento, rilasciare falsi certificati di malattia in assenza di visita medica e lasciando decidere la durata della prognosi al paziente, ottenendo anche prestazioni sessuali da alcune pazienti in cambio di ricette mediche per farmaci o visite di vario tipo.
Nella mattinata del 1° agosto, una donna di origini brasiliane si rivolgeva al medico per ottenere un farmaco tabellato come benzodiazepine, ed una prescrizione per una visita urgente, offrendo in cambio prestazioni sessuali che avvenivano all’interno dello studio medico.
Nell’occasione, gli investigatori sono intervenuti arrestando in flagranza il sanitario per corruzione e denunciando a piede libero la donna per corruzione, procedendo altresì al sequestro penale dello studio medico, per preservare le fonti di prova.
D’intesa con la locale autorità giudiziaria, i poliziotti hanno effettuato perquisizioni presso lo studio del medico, con il sequestro di numeroso materiale probatorio.
Inoltre, gli agenti hanno effettuato anche perquisizioni nei confronti dei principali corruttori del medico. In seguito a queste perquisizioni hanno anche tratto in arresto in flagranza per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio un cittadino nordafricano. Hanno trovato trovato l’uomo in possesso di 538 compresse di ossicodone e tramadolo. Mentre un altro cittadino della stessa etnia, che acquistava lo stupefacente da quest’ultimo, nella settimana precedente, era in possesso di 168 pastiglie di ossicodone.
Gli arrestati si trovano ora in carcere.
Sono in corso ulteriori indagini al fine di identificare la rete di soggetti che hanno usufruito delle prestazioni sanitarie illecite e per ricostruire le responsabilità nei diversi fatti di sangue occorsi negli ultimi mesi.
È inoltre in fase di quantificazione il danno per il Servizio Sanitario Nazionale.
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