Proseguono le indagini sulla morte di Paolo Troccola, l’operaio di 56 anni trovato morto nell’appartamento di Niviano, in via Monti, appartamento che l’uomo condivideva con altri due colleghi. I tre, operai per una ditta del Foggiano specializzata nella manutenzione delle strade, erano in trasferta a Piacenza per eseguire alcuni interventi. Essendo in trasferta, i tre condividevano quell’appartamento in affitto.
La sera del 9 novembre scorso, uno dei tre lavoratori era rientrato a casa trovando Troccola a terra in un lago di sangue, accanto a una porta a vetri distrutta. In casa, in quel momento, era presente il terzo collega, Emanuele Carella, 21 anni. I carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Matteo Centini, hanno iniziato subito le indagini e dopo un lungo interrogatorio, il 10 novembre hanno arrestato il 21enne che ora si trova in carcere. Il giovane è sospettato di aver ucciso Troccola al culmine di una lite.
Una lite che sarebbe scoppiata proprio la serata del 9 novembre. Uno scontro passato dalle parole ai fatti, al culmine del quale Carella avrebbe impugnato un coltello e avrebbe colpito il collega. Questa, per ora, è l’ipotesi più accreditata, maggiori informazioni però potrebbero emergere nelle prossime ore dagli interrogatori dei due colleghi di Troccola e soprattutto dall’autopsia che nei prossimi giorni sarà eseguita sul cadavere della vittima.
Cadavere sul quale gli inquirenti hanno trovato numerose ferite da taglio: alcune sono senza dubbio provocate dai frammenti di vetro della porta, ma altri potrebbero essere il frutto di coltellate inferte dal 21enne. Un coltello in effetti è stato rinvenuto nei pressi dell’abitazione. Nel frattempo anche il terzo collega, colui che ha effettuato il ritrovamento del corpo, risulta indagato per favoreggiamento.
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