Cronaca Piacenza

Delitto di Niviano, la confessione di Carella non convince nemmeno Roberta Bruzzone: “Vistose incongruenze” – AUDIO, VIDEO e FOTO

Omicidio di Paolo Troccola, il delitto avvenuto a Niviano il 9 settembre scorso. Emanuele Carella, 21 anni, ha confessato l’omicidio ma la sua confessione non è crediblie. Il giovane si è contraddetto più volte e ci sono molte lacune nel suo racconto. La nota criminologa Roberta Bruzzone, ha effettuato questa mattina un sopralluogo nella casa dove si è consumato il delitto, incaricata dagli avvocati difensori di Carella. Un sopralluogo che conferma i tanti dubbi.

Sì, ci sono dei dubbi e anche piuttosto fondati a mio modo di vedere. E’ stato fondamentale l’accesso alla scena del delitto, per valutare una serie di elementi: quello che Carella ha dichiarato è vistosamente incongruente con quello che c’è sulla scena. Riteniamo che ci siano parecchi approfondimenti da fare e non possiamo escludere che la dinamica possa coinvolgere anche un altro soggetto. Alla luce delle informazioni emerse oggi ci aspettiamo dei chiarimenti, se effettivamente questo omicidio lo ha commesso lui”.

Bruzzone, accompagnata dall’avvocato difensore di Carella, Maurizio D’Andrea, si è poi recata in carcere per parlare proprio con Emanuele Carella.

Le dichiarazioni di Emanuele non corrispondono con la scena del crimine. Adesso cercheremo di capire cosa è successo quel giorno. Ci sono dei dubbi sulla responsabilità di Carella”, conferma l’avvocato difensore D’Andrea. “Difficilmente può aver fatto questo da solo. Se è stato lui”.

Già perché ci sono degli aspetti anche sotto questo profilo che ci convincono poco”, continua Bruzzone. “La dinamica racconta alcune cose, le tracce raccontano alcuni passaggi e alcune condotte. Le sue rivelazioni portano in una direzione al momento incompatibile con quello che abbiamo visto sulla scena”.

Quindi, in sostanza, Bruzzone e D’Andrea sono concordi nel delineare questo scenario: Carella potrebbe aver avuto un complice o addirittura potrebbe non essere stato lui a commettere il delitto.

La stanza di maggior interesse è quella in cui si è consumato il delitto, il resto dell’abitazione non ha elementi che lasciano ipotizzare il coinvolgimento di altri ambienti. La dinamica è circoscritta alla camera da letto della vittima, non ci sono segni in altri ambienti dell’abitazione. Il nostro lavoro comincia ora: abbiamo molte tracce estremamente interessanti che descrivono una dinamica in maniera abbastanza precisa che però non si concilia con le dichiarazioni del nostro assistito. Come mai questo ragazzo non sta raccontando come effettivamente è andata? Questo è il quesito al quale io e l’avvocato risponderemo presto”, conclude Bruzzone.

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