«Vogliamo dedicare questa performance poetica a tutti coloro che hanno sofferto e soffrono a causa della pandemia. Ci riempie di orgoglio omaggiare uno dei dipinti più importanti di tutti i tempi in un momento di grande sofferenza che ci deve impegnare ad essere tutti migliori». Con questo pensiero Massimo Silvotti, direttore del Piccolo Museo della poesia, ha aperto l’undicesima giornata – in diretta streaming da Palazzo Galli – degli eventi collaterali collegati all’Ostensione del capolavoro di Antonello da Messina organizzata dalla Banca di Piacenza.
Il vicedirettore generale dell’Istituto di credito Pietro Boselli ha introdotto l’appuntamento ricordando come il museo che ha trovato sede nell’oratorio di San Cristoforo sia un’eccellenza che rappresenta Piacenza nel mondo, «un progetto alla cui realizzazione la nostra Banca ha avuto il piacere di poter contribuire in maniera significativa».
Il dott. Silvotti si è soffermato sullo sguardo del Cristo alla Colonna piacentino: sconvolgente la sua intensità comunicativa, di un uomo che si rivolge a ciascuno di noi e che sembrerebbe chiederci misericordia. «Siamo partiti da qui, dall’ipotetico dialogo tra persone che eleva il dolore a strumento di comunicazione, attraverso brani di donne e uomini del XX e XXI secolo trasudanti di un’umanità verace».
Giusy Cafari Panico, direttrice del Comitato scientifico del Museo, ha aperto i momenti di recitazione con una poesia di Aldo Palazzeschi (La fontana malata), una tragica allegoria della sofferenza umana. Domenico Ferrari Cesena, scrittore e presidente dell’associazione che fa capo al Piccolo Museo della poesia, ha invece interpretato il poemetto La pietà, scritto da Giuseppe Ungaretti nel 1928, dove gli uomini sono ombre e Dio forse un sogno.
Un brano tratto da Succubi e supplizi di Antonin Artaud è stato oggetto di lettura da parte di Edoardo Callegari, responsabile delle Relazioni esterne del Museo, mentre la responsabile della sezione Poesia piacentina, Doriana Riva, ha recitato Mancato acquisto – Sul Grave, ma appena di Giorgio Caproni.
Padre mio di Mario Luzi il testo scelto da Massimo Silvotti, una poesia definita «dicotomica, tra soavità e terreità», seguito da Sabrina De Canio – condirettrice e responsabile dell’Area internazionale del Museo – con Moriremo lontani. Sarà molto di Cristina Campo.
Gli abili dicitori sono stati protagonisti di un “secondo giro” con la lettura delle seguenti poesie: Corpo d’amore di Ada Merini (Doriana Riva), Mattutino di Louise Glück, premio Nobel per la letteratura 2020 (Giusy Cafari Panico), Via Crucis, scritta da Guido Oldani, presidente del Comitato scientifico del Piccolo Museo (Sabrina De Canio e Massimo Silvotti), L’uomo che cammina di Christian Bobin (Edoardo Callegari), Sii dolce, sii gentile di Mariangela Gualtieri (Sabrina De Canio).
L’8 dicembre, ore 18, a Palazzo Galli, dodicesima giornata degli eventi in streaming con il finissage di chiusura dell’Ostensione dell’Ecce Homo. Per seguire la diretta occorre collegarsi al sito della Banca all’indirizzo www.bancadipiacenza.it.
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