“Tanti ci dicono che la stazione ferroviaria è il punto più critico di Piacenza: ma quanti effettivamente vi si recano per pendolarismo?“. Questo è un po’ il nocciolo della questione quando si parla di sicurezza percepita dai cittadini. Emerge dallo studio di Poleis, agenzia che ha realizzato per conto del Comune un’indagine sulla percezione della sicurezza urbana.
Si tratta della prima di una serie di rilevazioni statistiche per le quali l’Amministrazione, con la finalità di costituire un panel rappresentativo per futuri sondaggi inerenti la qualità dei servizi offerti dall’ente, ha avviato anche una raccolta di adesioni aperta a tutti i cittadini interessati e disponibili ad essere interpellati in futuro.
L’indagine, molto dettagliata, pone l’accento sulle singole zone della città e sui vari punti critici capaci di compromettere la serena quotidianità dei piacentini.
Ma cerchiamo di tracciare un quadro esaustivo e riassuntivo allo stesso tempo. Il nodo cruciale della ricerca riguarda le risposte che i cittadini hanno fornito confrontando la situazione di Piacenza in generale con quella del quartiere di appartenenza. In sostanza si chiedeva alle persone: “Quanto ritiene sicura Piacenza? E quanto ritiene sicuro il quartiere in cui risiede?”.
Il 75,6% degli intervistati ritiene sicuro il proprio quartiere, ma solo il 48,9% ritiene sicura Piacenza in generale. Cosa significa? Secondo il report, spesso si ritengono insicure le zone che non si conoscono o non si frequentano. E questo accade a causa di una percezione deformata che porta a ritenere insicure le zone con cui non si ha familiarità. Ma cosa causa questa percezione deformata? Lo abbiamo chiesto a chi ha condotto questa ricerca, ovvero Andrea Zoboli di Poleis.
“Ci troviamo di fronte a dati che dicono che il 50% dei cittadini intervistati sostanzialmente ritiene Piacenza una città poco o per nulla sicura e al tempo stesso però tre intervistati su quattro ci dicono che il loro quartiere è sicuro. Questa distanza può essere letta innanzitutto con un discorso di familiarità. Chiaramente conosco il mio quartiere, conosco chi ci abita, ho un senso di familiarità e di rassicurazione. Ma in secondo luogo è anche un dato dove si vede effettivamente la distanza tra esperienza personale e percezione. Sulla città, sugli ambiti che non conosco, sono più facilmente influenzabile dalle narrazioni sull’insicurezza che ascolto e che possono essere talvolta veritiere, talvolta esagerate. Sul quartiere, chiaramente, ho esperienza diretta, quindi sono meno suscettibile da influenze esterne”.
“Sicuramente c’è un tema di narrazione, di racconto che non è soltanto dei fatti locali, dei media locali, ma anche della cronaca in generale, di un certo sensazionalismo. Questo non lo vediamo solo a Piacenza, lo vediamo anche in altre città dove abbiamo svolto indagini. In seconda battuta, questa percezione è influenzata anche da una scarsa familiarità. Tanti ci dicono che la stazione ferroviaria è il punto più critico di Piacenza: ma quanti effettivamente vi si recano per pendolarismo?”
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