I Carabinieri Forestali di Piacenza hanno condotto negli ultimi mesi una campagna di controlli su tutto il territorio della provincia che ha avuto come oggetto il rispetto delle normative di tipo vincolistico, urbanistico/edilizio e ambientale in aree del demanio idrico.
Nel corso dei diversi sopralluoghi eseguiti dai militari, anche con il supporto di un drone, sono emerse una serie di irregolarità nell’occupazione di aree golenali e delle fasce di rispetto delle aste fluviali.
I controlli
Il Nucleo Carabinieri Forestale di Piacenza nell’ambito del “Programma Operativo in vigore tra Arma dei Carabinieri e la Regione Emilia Romagna” ha svolto una capillare attività di controllo mirata ad individuare potenziali situazioni di abusivismo all’interno del demanio idrico, al fine di prevenire fenomeni di illecita antropizzazione e di utilizzo indiscriminato del suolo alla ricerca di nuove aree agricole.
Di concerto con l’agenzia regionale ARPAE di Bologna le autorità hanno effettuato e una serie di attività di accertamento finalizzate all’individuazione delle aree demaniali utilizzate abusivamente, alla verifica delle colture poste in essere ed al rintraccio dei rispettivi occupanti/utilizzatori.
L’occupazione di aree demaniali
Gli sforzi si sono concentrati principalmente su aree demaniali poste nell’ambito territoriale della provincia di Piacenza, ma collocate in sponda lombarda principalmente nel comune di Monticelli d’Ongina, zone che per motivi geografici si prestano particolarmente a queste situazioni di irregolarità.
I carabinieri hanno individuato dieci aziende che occupavano abusivamente complessivamente circa 11 ettari di suolo demaniale, al fine di aumentare le superfici di terreno a loro diposizioni da destinare alla pioppicoltura e alla coltivazione di mais e frumento.
Nell’occasione dei controlli in campo sono stati verificati anche i canoni di pagamento di vari pozzi irrigui attivi nelle zone interessate e nei comuni coinvolti.
Al termine dei controlli i carabinieri hanno elevato sanzioni ammnistrative per circa 4.000 euro.
Le illecite occupazioni non risulta abbiano, comunque, provocato né un’alterazione dell’ambiente nè pregiudizio del regime idraulico delle zone vincolate.
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