Nuovo piano del verde a Piacenza prosegue, d’intesa con la Commissione 2 il suo percorso di rinnovo. Un patrimonio arboreo in gran parte vetusto, che in alcuni casi può mettere a rischio la fruizione in sicurezza degli spazi urbani e risorse economiche non sempre sufficienti, ma anche la difficoltà di conciliare le diverse esigenze manifestate dai cittadini e definire le priorità manutentive, soprattutto nell’ottica di una programmazione a lungo termine. Sono alcune delle criticità emerse nella relazione dei dottori agronomi Emanuela Torrigiani e Giuseppe Miceli, in occasione della seduta di Commissione 2 dedicata, nei giorni scorsi, al Piano comunale del verde.
“Ringrazio la presidente Caterina Pagani e tutti i componenti – sottolinea l’assessore alla Manutenzione Matteo Bongiorni – per la sensibilità e la disponibilità dimostrate su un tema rispetto al quale, sei mesi fa, avevamo assunto un impegno di trasparenza e condivisione, mirato a migliorare la gestione ordinaria e straordinaria del patrimonio verde di Piacenza, evitando di ripetere errori commessi in passato nella fase di implementazione. L’obiettivo è quello di portare a sintesi un Piano calibrato su un arco temporale medio-lungo, nel rispetto del principio eco-sistemico e di saldo ambientale”.
Durante la riunione di Commissione, gli interventi del coordinatore Vittorio Omati e dell’agronomo Michelangelo Martino hanno evidenziato il percorso che l’Ufficio Verde del Comune di Piacenza ha intrapreso ormai da qualche anno, che già sotto l’egida della passata Amministrazione ha consentito l’adozione del Regolamento del Verde pubblico. “Un lavoro importante, quello dei tecnici comunali e un approccio, quello che ha caratterizzato la parte finale del mandato della Giunta Barbieri, che merita di essere proseguito – rimarca l’assessore Bongiorni – confermando come occorrano costanza e continuità per giungere a risultati positivi, anche nell’ottica di chi sarà alla guida del Comune in futuro. Per questo abbiamo l’ambizione di fornire all’Ente uno strumento utile negli anni a venire, che sia il frutto di una sinergia sotto il profilo tecnico e politico, per razionalizzare e rendere sempre più efficiente la gestione del patrimonio verde della comunità”.
Fondamentale, in tal senso, il contributo dell’Ordine provinciale degli Agronomi e Forestali, i cui rappresentanti in seduta di Commissione hanno offerto una prospettiva particolarmente utile sulle questioni nodali da risolvere, mettendo in evidenza le esigenze di sicurezza, accessibilità e fruizione degli spazi collettivi. Tra i principali elementi emersi: accanto alla vetustà di parte del patrimonio verde cittadino, l’annoso problema delle alberature presenti sui viali urbani, con ricadute non trascurabili sia sulla salute delle piante, sia in termini di manutenzione generale; la necessità di adottare criteri uniformi e coerenti anche per regolamentare il verde privato; la valorizzazione economica dei benefici ecosistemici come chiave di gestione del patrimonio verde.
“Dal punto di vista operativo – spiega Matteo Bongiorni – ci attende innanzitutto il completamento dei censimenti che occorrono per avere a disposizione tutti i dati funzionali alla conoscenza della situazione attuale e alla definizione delle linee di sviluppo.
L’Amministrazione dovrà inoltre integrare altre figure e competenze tecniche, affinché il Piano abbia una valenza interdisciplinare e ci permetta di affrontare sfide prioritarie, con riflessi progettuali e gestionali anche in altri settori: su tutti, il sistema viabilistico, la manutenzione delle strade, la mobilità. Non abbiamo ancora fissato un termine perentorio – conclude Bongiorni – ma stanzieremo le risorse necessarie per procedere, portando avanti questo percorso d’intesa con la Commissione perché sia un’occasione non estemporanea di dialogo, informazione e approfondimento, positiva per tutta la cittadinanza.
Rispettare il grande valore socio-ambientale che il patrimonio verde riveste per la comunità significa, in primo luogo, lavorare per una gestione sostenibile dell’ecosistema urbano nel suo complesso, guardando anche al futuro. Per fare questo, dobbiamo spostare l’asse dal piano emotivo, che forse ha sinora prevalso proprio perché il verde è un tema che sta a cuore a tutti, nell’accezione più ampia del termine, a valutazioni più oggettive e razionali, di cui il Piano sarà espressione e punto di riferimento”.
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