I dubbi di Patrizia Barbieri sul nuovo dpcm: “A Piacenza i gestori hanno investito in sicurezza, perché farli chiudere?” – AUDIO intervista

Il Consiglio Provinciale guarda al futuro, Barbieri: "Programmazione valida per le priorità del territorio, in primis per la viabilità e l’edilizia scolastica"

“Poche sere fa dicevo che dobbiamo fare squadra e pensare ad uscire insieme da questa tempesta, ma anche io, come tutti voi, vivo le ultime decisioni del Governo con una certa preoccupazione”. Così Patrizia Barbieri, sindaco e presidente della Provincia.

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“Rispetteremo come sempre anche il nuovo DPCM, con il massimo impegno e con il senso del dovere che la nostra comunità ha sempre dimostrato di avere. Tuttavia sono tanti i dubbi che solleva questo ultimo provvedimento; ve ne parlo perché fin dal primo giorno di questa emergenza ho scelto di essere sincera e trasparente con voi, nel bene e nel male”.

“Come è già successo, questo nuovo DPCM contiene indicazioni generiche che lasciano spazio all’interpretazione e demandano ai territori il controllo di situazioni critiche, in assenza degli strumenti necessari per poterlo fare in modo davvero efficace“.

“Nonostante sia stato ribadito più volte, non viene preso in considerazione il problema delle terre di confine tra una regione e l’altra, come Piacenza. Il virus viaggia a velocità differenti sul territorio nazionale. Oggi sappiamo bene che ci sono problemi enormi a Roma, Milano, Napoli e in altre città. Perché, dunque, non diversificare anche l’intensità delle misure a seconda di ciò che la sanità suggerisce?

“I gestori piacentini hanno investito per la sicurezza”

“Si è scelto di colpire duramente bar, ristoranti, palestre e tutto il settore della cultura e dell’intrattenimento; senza curarsi dei sacrifici e degli investimenti che tanti gestori seri hanno sostenuto e stanno ancora sostenendo. Pochi giorni fa il Governo ha dato una settimana di tempo alle palestre per adeguarsi ai protocolli e sono partiti i controlli. A Piacenza le verifiche stavano dimostrando come i gestori avessero fatto il loro dovere. Allora perché chiudere?“.

Nei mesi estivi a Piacenza nessuno ha dormito, né tra gli operatori privati, né tra le istituzioni pubbliche. Abbiamo messo in atto tutti gli aiuti economici entro luglio, creando un fondo per le emergenze sociali di oltre 1 milione di euro. Abbiamo dato la possibilità di estendere i plateatici, introdotto esenzioni da tasse (solo per la TARI abbiamo investito 2.200.000 euro), studiato misure per i mercati, annullato le manifestazioni che potevano essere fonti di contagio e soprattutto abbiamo riorganizzato le scuole, investendo per adeguare gli edifici”.

“Proprio ora mi è arrivata una comunicazione da parte del Ministero dell’Istruzione con la pretesa che in un giorno venga riorganizzata la scuola in modo differente”.

Sono davvero perplessa per questa chiusura generalizzata che non tiene conto degli sforzi enormi degli operatori che hanno fatto ogni sacrificio economico possibile per garantire distanziamento, sicurezza individuale e controllo dei clienti“.

La cultura

“E che dire poi della cultura. A Piacenza abbiamo il Teatro Municipale che è il luogo più sicuro in assoluto. Nessuno si è posto il tema di verificare quali strumenti avessimo messo in campo per garantire la sicurezza; si chiude e basta, così come per tutto il settore culturale già gravemente colpito.
Farò sentire la mia voce affinché tutti i lavoratori trovino risposte ai loro sacrifici e che i settori colpiti vengano indennizzati rapidamente”.

“Lo ripeto a scanso di equivoci, non vorrei essere fraintesa. Queste riflessioni non significano che non rispetteremo in modo scrupoloso il DPCM. Il nostro impegno sarà come sempre massimo e risponderemo ad ogni decisione del Governo e della Regione con responsabilità e determinazione. Ma non intendo farlo in silenzio, senza ribadire con forza che occorrono misure specifiche e coerenti, nonché provvedimenti urgenti e mirati, oltre – naturalmente – alle risorse economiche necessarie per far fronte alle difficili situazioni che tutti noi siamo chiamati ad affrontare”.

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