Economia

Nuovi contratti di lavoro, a maggio aumento del 4% ma previsto un calo nel prossimo trimestre

Dopo la crescita del mese precedente, anche maggio registra un incremento del numero dei nuovi contratti che le imprese piacentine intendono attivare.

Per il mese corrente, infatti, sono previsti 2.510 nuovi contratti, vale a dire il 4,1% in più rispetto al maggio 2023.

Diverso, invece, l’andamento per i mesi successivi, tanto che le analisi dell’Ufficio studi della Camera di commercio dell’Emilia sui dati del Sistema Excelsior, parlano di un -0,4% per il  trimestre maggio-luglio 2024, con le attivazioni attestate a quota  8.280.

Le imprese che attiveranno nuovi contratti rappresentano il 18% sul totale e, fra i dati significativi dell’analisi, spicca la quota del  38% riservata ai giovani con meno di 30 anni, ma anche la presenza costante delle difficoltà nel reperimento delle figure desiderate dagli imprenditori, presenti nel  55% dei casi.

I contratti proposti sono per il 71% rappresentati da lavoro dipendente ( 21% tempo indeterminato,   42% determinato e 8% di altro tipo) e per il 29% da forme ‘flessibili’ (25% somministrazione/interinali in e  4% di collaborazione/partite Iva/altri).

I primi 5 settori di attività per nuovi contratti programmati nel mese di maggio sono il commercio (630 unità, più che raddoppiate rispetto al maggio 2023), i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (430 nuovi contratti, dimezzati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno),  servizi di alloggio e ristorazione e turistici (220 nuovi contratti e -15,4% rispetto ad maggio  2023),   le industrie meccaniche ed elettroniche (220 nuovi contratti) e le Costruzioni (180, +5,9%).

Le tre professioni qualificate più richieste in valore assoluto sono gli addetti alle vendite (370 unità, per il 37,1%, di difficile reperimento), esercenti e addetti nelle attività di ristorazione (220   unità, per il 60,5% dei casi considerati di difficile reperimento), e i conduttori di veicoli a motore e a trazione animale (180  unità, per il 68,1%, di difficile reperimento).

I titoli di studio più richiesti riguardano la qualifica di formazione professionale o diploma professionale, con 960  nuovi contratti (il 38,2% sul totale); a seguire, i diplomi di istruzione di livello secondario, 730  unità (il 29,1 %), mentre per chi esce dalla scuola dell’obbligo vi sono 570  nuovi contratti disponibili e per il livello universitario e l’Its Academy ci si attesta a 250  nuove unità.

L’esperienza nella professione è  particolarmente richiesta per i titoli di studio più elevati (53,4 % dei casi), mentre scende al 17% per quelli secondari ed al 9,1% per le qualifiche di formazione professionale, mentre scendono al 5,1% per la scuola dell’obbligo.

Per quanto concerne le figure professionali, i dati camerali attestano che nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, la domanda tecnici in campo ingegneristico è infruttuosa nel    76,1% dei casi, mentre quella di tecnici dei rapporti con i mercati lo è nel 57,1% dei casi, quella dei tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni lo è nel 56% dei casi; di difficile reperimento poi anche i tecnici della salute (nel 54,5% dei casi).

Nell’ambito degli impiegati e nelle professioni commerciali e nei servizi, sono di più difficile reperimento i professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali (84% dei casi), gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (60,5% dei casi), gli operatori della cura estetica ( 53,8% dei casi),  i professionisti qualificati nei servizi personali (50% dei casi) e gli addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela (nel 45% dei casi, di difficile reperimento).

Per quanto riguarda gli operai specializzati, le maggiori difficoltà di reperimento si scontano nella ricerca di operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (nel 100% dei casi, di difficile reperimento), di fabbri ferrai costruttori di utensili (nell’88,2% di difficile reperimento), di fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria meccanica (nell’87,1% dei casi), di meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili (81,6% dei casi), e di operai specializzati addetti alle costruzioni e mantenimento di strutture edili (77,8% dei casi).  

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