Alla fine non è stato un confronto ma una sorta di relazione in pubblico. Nessuna domanda, nessuna interazione, solo uno speech nella piccola arena del teatro Trieste 34. «Ero pronta a confrontarmi, mi avrebbe anche fatto piacere, ma mi sono attenuta alle indicazioni, sono stata sincera e spero in ogni caso di essermi fatta conoscere un po’ meglio». E’ il primo commento di Katia Tarasconi dopo l’incontro con l’assemblea di ApP che si è tenuto ieri sera alle 21; un incontro chiesto dalla stessa candidata sindaca a Stefano Cugini, rappresentante di ApP, il quale ha poi girato la richiesta ai “suoi”. Una richiesta motivata dall’esigenza, secondo Tarasconi, di ricucire le due anime del centrosinistra che si sono presentate al voto del 12 giugno con due compagini distinte; la prima con Tarasconi come candidata (39,9% delle preferenze al primo turno), la seconda con Cugini come candidato sindaco (10,7%). Ora la partita è diversa: Tarasconi è al ballottaggio (si vota dopodomani, 26 giugno) con Patrizia Barbieri sostenuta dal centrodestra (37,7% dei voti) e l’intenzione di Katia Tarasconi è quella di lavorare con ApP partendo dai programmi che in molti punti sono sovrapponibili.
Da ApP, tuttavia, il giorno prima dell’incontro di ieri sera è arrivata a Tarasconi una sorta di scaletta con i punti di cui la candidata avrebbe dovuto parlare di fronte all’assemblea: i punti su cui i due programmi si differenziano maggiormente. Inutile parlare delle cose su cui si è d’accordo, ha detto Stefano Cugini in apertura di incontro. Un’apertura cordiale con tanto di applauso di benvenuto: «Questo incontro rappresenta un modo diverso di fare politica – ha aggiunto Cugini – Ci vuole coraggio, da entrambe le parti». Da quel momento la scena è stata tutta di Katia Tarasconi a cui era stata data un’indicazione di tempi prima che l’assemblea proseguisse senza di lei. Dei 45, 50 minuti che le erano stati dati, la candidata ne ha usati circa 35.
«Sono qui a parlare consapevole di essere tra persone che condividono il mio impianto di valori – ha esordito Tarasconi – E’ un confronto che non sarebbe potuto avvenire con la coalizione dell’altra candidata, e questo dobbiamo tenerlo ben presente». E ancora: «Non era nei miei piani candidarmi a queste elezioni e ci tengo a ribadirlo perché sento spesso voci che mi indicano come protagonista di un piano architettato da prima. Non è così. I miei piani erano diversi ma quando mi è stato chiesto da più parti ho accettato perché pensavo di poter dare il mio contributo per il bene di Piacenza, convinta che la giunta Barbieri abbia fatto arretrare la nostra città in molti aspetti: attenzione ai più deboli, ambiente, diritti, visione del futuro solo per citarne alcuni». Tarasconi ha proseguito spiegando che la sua presenza lì non voleva rappresentare necessariamente una sorta di appello al voto o una sorta di opera di convincimento a tutti i costi: «Sono qui per dare la mia testimonianza in prima persona. Poi, per carità, ognuno è libero di pensarla come vuole e di fare quello che ritiene meglio». «Ho apprezzato molto – ha aggiunto – il comunicato in cui avete sottolineato di essere interessati al confronto sui temi e di non volere posti in giunta. Io sono disponibile a questo confronto, ci tengo, e l’offerta di incontro tra delegazioni, anche nei prossimi due giorni, è ancora valida. Penso che sia la strada giusta anche perché se vince il centrodestra ci teniamo le cose così come stanno oggi, e non credo che fosse questo l’obiettivo che ApP si era proposto». Il vero appello quindi è quello di andare a votare prima di tutto: «Andare al mare non credo rappresenti la strada giusta verso il cambiamento che tutti qui vogliamo».
Tarasconi ha poi usato il tempo a sua disposizione per toccare rapidamente alcuni punti che ritiene siano di grande importanza come patrimonio comune. Il nuovo ospedale, assolutamente necessario, e l’altrettanto assoluta necessità di cambiare l’area su cui sorgerà che dovrà essere diversa da quella indicata dall’attuale giunta: «Vogliamo un’area che non sia agricola, che non consumi altro suolo al di fuori della tangenziale».
Poi il grande tema dei diritti civili su cui, a detta di Tarasconi, c’è una differenza abissale «di atteggiamento» con il centrodestra: «Basti pensare che il Comune è uscito dalla rete Ready». E ancora, il tema del verde su cui i punti in comune con il programma di ApP sono tanti e la distanza con la giunta Barbieri è enorme. I parchi pubblici, le ciclabili, la gestione dell’acqua, e poi l’attenzione al mondo delle disabilità con il progetto Piacenza senza barriere che significa non solo abbattere le barriere esistenti ma progettare i nuovi spazi, immaginare la città del futuro in modo totalmente diverso e più inclusivo. Tutti punti di contatto tra la coalizione che ha sostenuto Katia Tarasconi e quella riunita ieri al teatro Trieste 34.
Poi ci sono i punti di distanza, che esistono – l’ha ribadito la stessa Tarasconi – ma sui quali c’è margine per un dialogo costruttivo.
E’ partita da piazza Cittadella, Tarasconi, affermando che così com’è adesso «è indecorosa, per i piacentini, per i turisti che arrivano da noi e si trovano una situazione del genere di fianco a uno dei nostri monumenti simbolo: Palazzo Farnese». «Si può discutere sul come – ha detto – ma non si può discutere sulla necessità che si debba fare qualcosa. I piacentini aspettano da troppo e non è accettabile. In quella parte di città è urgente che ci sia un parcheggio e se scavando troveremo una nuova Veleja, significa che la valorizzeremo al meglio. E anche in quel caso sarà un bene per Piacenza».
Sul tema del termovalorizzatore Tarasconi ha parlato di due piani distinti: gli obiettivi futuri e la realtà di oggi. «In Regione verrà approvato un piano rifiuti – ha detto – che ha già obiettivi ambiziosi, e io sono convinta che a Piacenza possiamo porci obiettivi ancora più ambiziosi in tema di riciclo, di differenziata. Ma sono altrettanto convinta, avendo letto i numeri, che realisticamente non si possa pensare di fare a meno del termovalorizzatore nei prossimi anni. Se dovessimo smantellarlo ora, i nostri rifiuti dovrebbero essere portati altrove, a Parma ad esempio, e solo il traffico dei camion tra le due città inquinerebbe più di quanto inquina il termovalorizzatore oggi».
Sul punto Terrepadane Tarasconi ha detto che «si ricomincia da zero» spiegando che il soggetto che doveva investire sull’ex consorzio agrario ha preferito investire a Genova. Morale: «Non ha senso che ci dividiamo su un progetto che non c’è più» ha detto la candidata.
Il tema logistica è stato toccato diffusamente. «Non può esserci un no a prescindere o un sì a prescindere – ha detto – La logistica negli anni non è stata tenuta sotto controllo nel modo giusto ma è innegabile che, considerata la posizione della nostra città, rappresenta anche un valore aggiunto. Vanno portati correttivi, va trovata una regia che non consideri solo Piacenza ma che comprenda anche i comuni vicini. E’ innegabile che la logistica porti lavoro ai piacentini. L’importante è che sia lavoro di qualità e in questo senso dobbiamo lavorare affinché a Piacenza vengano portati anche i centri direzionali e non solo i magazzini».
Tarasconi ha chiuso con il macrotema dell’ex Pertite: «Anch’io, come voi, vorrei un grande parco, anche perché ero presente a suo tempo al girotondo con cui i piacentini lo chiedevano a gran voce. Ma dobbiamo essere concreti, dobbiamo capire come farlo, come mantenerlo, con che soldi. Penso che sia importante prima di tutto andare a vedere da vicino, magari con una delegazione che abbia competenze specifiche perché stiamo parlando di abbattere, ad esempio, 31 capannoni che sono stati costruiti per resistere ad attacchi aerei. Io sono per il parco, ma sono anche per mettere a terra progetti concreti e realizzabili».
«Al di là delle differenze tra noi, credo che la grossa differenza oggi sia tra me e la Barbieri – ha concluso Katia Tarasconi – e credo anche che andare al mare domenica o votare Patrizia Barbieri è la stessa cosa».
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