“È stato deciso che il Museo di Storia Naturale di Piacenza venga sfrattato dall’attuale sede per essere temporaneamente parcheggiato presso la Camera di Commercio, per poi subire un nuovo trasferimento nella sede definitiva nel Padiglione Palmanova“.
Così si esprime in una nota Italia Nostra.
“Mentre è sicuramente positivo per il nostro territorio l’ampliamento del Politecnico, è evidente che il trasferimento intermedio e la conseguente lunga chiusura del Museo di Storia Naturale sono un costo, in termini economici e soprattutto culturali, e un rischio per le collezioni“.
La nota di Italia Nostra
Questo imprevisto spostamento è causato dalla necessità del Politecnico di Milano, ospitato nel Campus di via Scalabrini/Stradone Farnese, di ampliare l’offerta formativa con due nuove lauree: ingegneria meccanica in inglese e architettura del paesaggio.
Mentre è sicuramente positivo per il nostro territorio l’ampliamento del Politecnico, è evidente che il trasferimento intermedio e la conseguente lunga chiusura del Museo di Storia Naturale sono un costo, in termini economici e soprattutto culturali, e un rischio per le collezioni.
Chiediamo dunque, a Comune e Politecnico, di valutare la possibilità di destinare, per le due nuove lauree, edifici già esistenti nell’ex Consorzio Agrario di via Cristoforo Colombo. È a un chilometro di distanza (16 minuti a piedi, 5 in bici), e più vicino all’Università Cattolica i cui studenti si prevede possano iscriversi alla laurea paesaggistica.
Pensiamo che all’interno del Politecnico siano presenti le competenze per un ottimo restauro conservativo e adattamento alle esigenze universitarie, che potrebbe essere anche occasione particolare di apprendimento per gli studenti. Già nel 2018 il Politecnico aveva valutato la possibilità di un ampliamento nell’adiacente area dell’ex Mercato Ortofrutticolo ritenendolo adatto (possibilità sciaguratamente cancellata con la demolizione dello storico ex Mercato), e quindi dovrebbe essere almeno valutata l’analoga possibilità dell’ex Consorzio.
Inoltre la ristrutturazione conservativa di edifici per ospitare i nuovi corsi, oltre ad evitare la chiusura e il trasferimento del Museo di Storia Naturale, potrebbe essere il primo passo per la creazione di un Campus universitario e la riqualificazione del complesso di archeologia industriale dell’ex Consorzio Agrario, che i piacentini hanno potuto ammirare nell’autunno scorso grazie all’evento artistico “Officine d’Acqua” e che merita di essere conservato il più integralmente possibile e non solo negli elementi già tutelati come l’edificio “paraboloide” (altrimenti destinati ad essere decontestualizzati). Diversamente, per la città sarebbe l’ennesima occasione persa.
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