Dal Museo degli Orsanti di Vigoleno in provincia di Piacenza arriva un appello a tutti gli emiliani romagnoli nel mondo, alle associazioni che li rappresentano, agli studiosi e agli appassionati di storia locale e a tutti coloro che conservano con passione il ricordo dei propri antenati: “Aiutateci ad arricchire e ad ampliare la nostra raccolta di storie e testimonianze dell’epopea degli Orsanti, artisti girovaghi che partirono da questa parte di Appennino per proporre nelle vie e nelle piazze di mezzo mondo spettacoli itineranti con tigri, orsi e altri animali esotici ammaestrati”.
L’invito proviene da Valeria Benaglia, direttrice del museo che nel cuore del borgo fortificato (frazione del Comune di Vernasca) conserva la memoria di questi “teatranti di strada” ante litteram. Le sale racchiudono fotografie e stampe d’epoca, dipinti, documenti originali, carretti musicali, pianole, teatrini, burattini, oggetti di vita quotidiana e grandi orsi di cartapesta, gli animali che più hanno contribuito alla loro fama grazie agli spettacoli simulati nei quali il combattimento tra uomo e Orsante si concludeva, in un alternarsi sapientemente coreografato di colpi di scena, con quest’ultimo vincitore tra gli applausi del pubblico.
“Quello degli Orsanti è solo un capitolo della lunga storia dell’emigrazione degli emiliani romagnoli nel mondo, un capitolo soltanto apparentemente marginale in termini numerici ma di certo importantissimo dal punto di vista simbolico”, sottolinea Benaglia.
“L’epopea degli Orsanti ci racconta l’ingegnosità, la caparbietà e l’inventiva di quei nostri connazionali che vissero esistenze che sembrano uscite da un racconto di Salgari come quella di Upilio Faimali, ammaestratore di tigri e cacciatore di leoni in Africa, del quale a Vigoleno è stata recentemente celebrata la ricorrenza dei 200 anni dalla nascita. Di alcune di queste storie conosciamo tutto grazie a biografie, studi e documentazioni. Abbiamo motivo di credere che tante altre vicende umane e professionali, magari di artisti che non arrivarono al successo come Faimali – prosegue Benaglia -, siano ancora tutte da scoprire e da valorizzare”.
Da qui l’appello: “Chiediamo a tutti coloro, in particolare ai discendenti degli emiliani romagnoli immigrati all’estero, che posseggano documenti, immagini o altro materiale di interesse storico relativo a queste vicende di condividerlo con noi anche solo virtualmente inviandocene copia all’indirizzo mail info.museorsanti@gmail.com – è la richiesta di Benaglia -. Avremo cura di dare a queste testimonianze spazio e visibilità. Saremmo naturalmente ben lieti di accettare anche donazioni di oggetti, attrezzi e ‘memorabilia’ di ogni genere anche se ci rendiamo conto che, visto il tempo trascorso da quell’epoca, difficilmente questo sarà possibile”.
La memoria di quelle vite incredibili resiste oggi grazie al museo e alle numerose iniziative culturali proposte dall’associazione Maria Teresa Alpi, fondatrice e prima direttrice della struttura, per mantenere vivo il ricordo di quegli artisti geniali. Per informazioni e orari è possibile consultare il sito web ufficiale del museo www.museogliorsanti.it.
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