Morto dopo uno sparo, la madre di Enrico alla tv albanese conferma: “Giocavano con la pistola”.
Lo descrivono come un ragazzo dal cuore d’oro, attivo nella comunità, perfettamente integrato e sempre disponibile. Non a caso ieri sera un centinaio di persone è scesa per le strade di Ponte dell’Olio per ricordare il 20enne, tragicamente scomparso venerdì scorso 2 giugno dopo essere stato raggiunto alla testa da un colpo di pistola.
E proprio su quella pistola si stanno concentrando le indagini. Perché parrebbe proprio che l’arma fosse presente illegalmente in quella casa, mai denunciata da alcun membro della famiglia. E in quella casa, oltre a Enrico, erano presenti il fratello della vittima, 18 anni, e un amico dei due, 17 anni: entrambi sono indagati. Il fratello ha parlato di un incidente, una sorta di gioco finito male. Ma di che gioco si trattava?
Un gioco con una pistola illegale? Le indagini proseguono. Nel frattempo, i contorni poco chiari di questo dramma, con le sfumature di giallo che lo accompagnano, hanno fatto in modo che la notizia approdasse anche al di fuori dei confini provinciali.
Della morte di Enrico si sta occupando la stampa albanese, rappresentata da quotidiani online come Shqiptarja.com, Media80Lajme, Pamfleti.news e dall’emittente televisiva TV Klan. La madre della vittima, Shqipe Aliaj, avrebbe raccontato la propria versione dei fatti a un’altra emittente televisiva albanese. La donna avrebbe confermato l’ipotesi del gioco finito male.
I due figli e un loro comune amico stavano giocando con una pistola a pallini. Secondo la testimonianza della madre di Shqipe Aliaj, la pistola aveva un solo proiettile e ad un certo punto il ragazzo si è sparato.
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