Il ministro Stefani a Bettola: “Con una maggiore autonomia le Regioni potrebbero concentrarsi in maniera più efficace sulle necessità delle piccole comunità montane”. Il rappresentante del Governo era oggi a Bettola, in Valnure, per parlare delle risorse legate alla montagna e di strategie utili al rilancio di questi territori. Un discorso che si lega a doppio filo alla questione delle autonomie regionali. Una questione salita alla ribalta delle cronache di questi giorni e che vede l’Emilia Romagna in prima fila.
“Autonomia differenziata significa garantire la possibilità alla Regione di rispondere prima alle esigenze del proprio territorio. Non si tratta solo di risorse. Addirittura l’hanno chiamata ‘secessione dei ricchi’, ma non scherziamo. Innanzitutto non è una secessione, è un’attribuzione di competenze che già oggi lo Stato concede alle Regioni perché sono competenze concorrenti. Con maggiore autonomia, molti presidenti avrebbero maggiore possibilità di rispondere su temi come la montagna. Ogni regione ha caratteristiche diverse dall’altra, e chi conosce meglio queste caratteristiche di chi vive in questa regione? Sicuramente non qualche funzionario ministeriale in qualche corridoio nascosto”.
Far rivivere la montagna fermando lo spopolamento. Aiutandola a sviluppare l’economia, a tutelare l’agricoltura, a far decollare il turismo sostenibile e l’enogastronomia, a togliere le pastoie burocratiche che frenano l’attività di chi resta.
“E da Bettola partirà un documento che sarà inviato alle altre vallate, per mettere sul tavolo di problemi e proposte, e farlo approdare ai Tavoli proposti dal ministro. Vogliamo portare i problemi della collina e della montagna, in modo differenziato, come anche ha indicato il ministro. Dagli 11 Tavoli prenderemo quello che c’è di meglio e cercheremo di implementarlo. Nell’ottica della collaborazione tra i Tavoli, auspicata anche da Stefani, chiederemo che in uno di questi sieda un rappresentante piacentino, che però non sia degli Enti già presenti”. Lo hanno annunciato i parlamentari leghisti Elena Murelli e Pietro Pisani.
Alla tavola rotonda con il ministro, oltre a Murelli e Pisani, c’erano alcuni rappresentanti del territorio. In sala, l’europarlamentare Marco Zanni, tanti sindaci, tra cui Pietro Negri di Bettola, e il presidente della Provincia, Patrizia Barbieri. “Questo territorio è fantastico – ha affermato il ministro – e come tanti territori in Italia ha bisogno di valorizzazione. Si deve tener conto delle differenziazioni, perché le montagne italiane hanno delle loro peculiarità. Ai Tavoli non chiedo solo di elencare problemi, ma anche di proporre soluzioni”.
Per la nostra provincia, Murelli ha ricordato “di aver parlato con il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, per la riapertura della caserma di carabinieri di Ferriere. Centinaio ha promesso di occuparsene, terminata la vicenda dei pastori sardi e del prezzo del latte ovicaprino”.
Pisani ha rimarcato l’aspetto delle infrastrutture e dell’economia: “Ho chiesto ad Anas informazioni sulla soluzione dei problemi della statale 45. Anas mi ha risposto … riferendosi a un tratto genovese.
Credo ci sia bisogno di parlare tanto con Anas”. Pisani ha continuato: “I territori di montagna devono ricominciare a fare reddito per evitare lo spopolamento.
Una delle chiavi può essere lo sviluppo delle energie alternative da fonti rinnovabili: eolico, solare, idrico, legno, biogas. Vanno poi considerati i flussi turistici che si possono sviluppare anche con lo sport, l’aiuto alle piccole produzioni locali che si possono avvantaggiare delle nuova legge che consente di vendere le produzioni anche in aree private. Un altro esempio è la legge sulla raccolta dei tartufi: con una tassa di 100 euro, chiunque li può raccogliere». Murelli, nel settore agroalimentare, ha sottolineato come si possa puntare anche su «coltivazioni alternative, tra cui il nocciolo, una pianta che sta avendo successo in diversi territori italiani”.
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