La celebre giornalista Milena Gabanelli è stata ospite della prima puntata di #MaChiÈKlaus, un programma di Andrea Bricchi, imprenditore e dirigente piacentino, in onda da ieri sulle frequenze di Radio Sound.
Ovviamente Gabanelli ha approfondito la vicenda legata all’emergenza sanitaria. A partire dal lockdown e dalle sue conseguenze sull’economia nazionale.
“Sono 2,3 milioni le imprese rimaste aperte, altri 2,2 milioni di aziende hanno chiuso. Circa 7,5 milioni di lavoratori sono rimasti a casa, mentre altri 10 milioni hanno continuato a lavorare. Molte di queste aziende, però, non hanno potuto operare al 100%, mentre altre aziende hanno lavorato al 100% senza però gli introiti del periodo precedente l’emergenza. Quindi non possiamo dire che metà Italia sia aperta: perchè è aperta sulla carta ma non fattura. Chi ha continuato a guadagnare è il settore farmaceutico, alimentare, sanitario, le telecomunicazioni. Senza contare i prodotti per l’igiene: basti pensare che la Procter & Gamble ha presentato ad aprile il bilancio del primo trimestre e il suo fatturato è aumentato del 6% nonostanto il crollo del suo prodotto di punta, il rasoio Gilette”.
“In generale le attività più danneggiate sono quelle rimaste aperte senza guadagnare, dal momento che hanno dovuto sostenere costi e spese senza un ritorno economico. In generale parliamo degli studi professionali, supporto alle imprese, trasporti, agenzie immobiliari, turismo, spettacolo, attività ricreative”.
“L’Italia e l’Europa stanno mettendo sul piatto aiuti consistenti. La speranza è che gli imprenditori siano riusciti ad accantonare denaro sufficiente a tamponare questo periodo di magra. Ovviamente la situazione italiana è molto varia e le attività devono pagare spese e dipendenti anche senza liquidità: risulta che la maggior parte di queste attività sia in grado di far fronte a questa situazione per 2,7 mesi. Vale a dire che gli aiuti, ovvero il cash, devono arrivare entro la fine di maggio; al contrario per molte attività sarà un problema molto grave”.
Gabanelli ha poi affrontato il tema del Turismo e delle attività ricreative, quelle che affrontano la maggiore difficoltà e che con ogni probabilità ripartiranno più tardi.
“In questo caso gli aiuti non potranno che essere a fondo perduto. Si tratta di professionisti a cui è necessario rivolgere un aiuto perché il rischio è di vedere scomparire un settore di professionisti. Partite Iva che se non fatturano sono destinate a scomparire. Gli aiuti possono concretizzarsi nella sospensione del mutuo, nel pagamento dell’affitto, nel sostegno a pagare gli stipendi. Le aziende di questi comparti devono essere affiancate in attesa che il loro settore riparta”.
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