Con il 2020 i lavoratori ex-Mercatone Uno, vittime dell’incauta cessione alla ditta Shernon Holding srl, cessione targata governo Gentiloni, si vedranno finalmente riconosciuto il dovuto; anche se in regime di cassa integrazione e con esiti assolutamente incerti per la drammatica vertenza che rischia di diventare una delle tante questioni irrisolvibili figlie della Legge Marzano e della sciagurata dismissione dell’Iri. Lo comunica Pino De Rosa, Segretario Regionale Emilia Romagna Ugl Terziario.
In pratica i lavoratori con la cessione di una parte di Mercatone Uno a Shernon Holding srl avevano dovuto condividere una riduzione del regime orario dei propri contratti di lavoro. Diversi full-time erano diventati lavoratori a tempo parziale e chi era già part-time si era ritrovato con un numero di ore settimanali inferiore.
Dopo la comunicazione WhatsApp che annunciava di fatto la fine dell’avventura Shernon Holding srl, l’intero compendio aziendale era ritornato in Amministrazione Straordinaria e pertanto diventavano nulli tutti gli atti prodotti dalla cessione. Incredibilmente però avevano conservato il loro valore solo le riduzioni orarie dei lavoratori e pertanto la cassa integrazione concessa nuovamente dal governo Conte 1 è stata calcolata per tutto il 2019 sui nuovi regimi orari.
A sollevare per primo il paradosso fu il Segretario Nazionale Ugl Terziario Luca Malcotti in occasione dell’incontro con il Ministro Di Maio il 27 maggio 2019 ma non ci fu modo di far comprendere la questione. Con il rinnovo della cassa integrazione prevista a gennaio 2020 almeno la logica è ristabilita grazie a quanto previsto nella finanziaria art. 11 comma 9.
E’ chiaro che questa non è una soluzione ai problemi delle famiglie coinvolte e speriamo che le azioni in corso dei nuovi Commissari Straordinari portino a soluzioni di tipo produttivo e non assistenziale.
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