Il prefetto Maurizio Falco lascia Piacenza. Falco aveva preso servizio nella nostra città il primo settembre 2017, in sostituzione di Anna Palombi.
Al posto di Falco approderà al palazzo del Governo Daniela Lupo, 58 anni, in arrivo da Palermo dove era vice-prefetto. Maurizio Falco, invece, diventerà prefetto di Latina.
La decisione arriva dal consiglio dei ministri che questa notte.
Coronavirus, tensioni nel comparto della Logistica, violente ondate di maltempo e dissesto idrogeologico: Falco ha affrontato dure e difficili questioni nel nostro territorio.
“Da questa mattina sto ricevendo telefonate da parte di piacentini, persone a me care e autorità: sto facendo una fatica enorme a mantenere la serenità, anche per me è una giornata particolare. E’ una mattina triste anche se ringrazio la mia amministrazione per avermi destinato a una terra che rappresenta una prospettiva di carriera. Ha dimostrato di avere fiducia in me, una fiducia che mi sono guadagnato a Piacenza, sia chiaro. Latina, infatti, è la seconda città del Lazio: passare per Piacenza è il modo migliore per imparare questo mestiere”.
Falco ha affrontato il Covid a Piacenza, tra i territori dove il virus ha colpito con maggiore violenza.
“Sono immagini e situazioni di cui ancora non ci rendiamo conto. Ancora non realizziamo quanto siamo stati accompagnati dalla paura. Però quello che deve fare un prefetto è esserci, stare accanto alla sua comunità, tenere insieme. Non ha alternativa. Questa è la sua vera funzione, al di là dei vincoli burocratici e delle autorizzazioni. Il prefetto deve supportare l’essenza di comunità, tra l’altro una comunità bella e forte come quella piacentina. C’è stato tanto da fare”.
Sempre a proposito di sistema sanitario, il prefetto Falco ha sposato nel corso degli anni la causa di Progetto Vita.
“Sono stato l’ultimo a essere ricevuto in audizione in Senato (ed è raro che venga chiamato un prefetto) proprio per illustrare il modello piacentino. Io sono stato orgoglioso di poter raccontare come si fa squadra per la vita. In questo territorio c’è davvero la tendenza a fare squadra e diventa paradigma, esempio per tutto il territorio nazionale. Lo abbiamo dimostrato anche nel corso di questa emergenza sanitaria e Progetto Vita ne è esempio lampante”.
Falco era già stato nella nostra città tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni novanta, in qualità di funzionario addetto al Gabinetto del Prefetto. Come si è trasformato il suo rapporto con Piacenza?
“La gente è bella come allora. Già quando tornai a Piacenza nel 2017 mi sono reso conto che le persone si ricordavano di me dopo vent’anni. Non è poco. Io credo che ci sia qualcosa che mi lega a questo territorio e mi legherà per sempre. A livello di vita quotidiana mi mancheranno le passeggiate tranquille per i negozi, per i bar. Vedere i giovani che fanno impresa. Sorridere alle persone. Una sera andai a messa in Duomo cercando di mettermi un po’ in disparte ma una signora anziana mi notò e in dialetto disse: ‘A me questo piace perché sorride sempre’. Le norme del distanziamento sociale mi impediranno di salutare tutti con un appuntamento in prefettura, però attraverso la vostra emittente ne approfitto per dire che vi porterò tutti nel cuore”.
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