Non finiscono le novità in casa Piacenza calcio. In una delle settimane più controverse, violente e strane delle storia del club, come un fulmine a ciel sereno, arrivano le dimissioni di Marco Gatti.
Il presidente della rinascita del club abbandona, con effetto immediato, la carica (rimanendo comunque azionista di maggioranza). Al suo posto salirà Roberto Pighi, già vice presidente e membro del CDA del Piacenza.
La causa scatenante di questo addio è stato l’increscioso avvenimento di sabato sera, con il comportamento degli ultrà dovuto al caso Cacia. La pace arrivata quest’oggi in tarda mattinata non è servita a riconsegnare l’entusiasmo alla famiglia dell’oramai ex patron.
Roberto Pighi lancia l’idea di una presidenza a rotazione, ma la sensazione è che l’evento di sabato sera abbia creato una vera e propria rottura tra i fratelli Gatti e la frangia più calda dei tifosi.
Le parole di Marco Gatti
“Io e mio fratello siamo una persona unica. Saremo ancora presenti e daremo comunque il nostro contributo per portare sempre più in alto questa società. Ho comunicato la decisione questa mattina a mio fratello, nel nostro ufficio con lui ho un rapporto speciale, è sempre stato un po’ come un padre più che un fratello”.
E poi aggiunge:
“Io chiedo a tutti i tifosi di starci vicino. La squadra ha bisogno di voi, del vostro tifo. Dobbiamo cercare di ricompattarci e di stare uniti. Sono convinto che così possiamo fare un grande campionato”.
La storia della famiglia Gatti con il Piacenza calcio
Marco e Stefano Gatti avevano rilevato il club dalle ceneri, dopo il clamoroso fallimento del 2012. Abili imprenditori e professionisti, ma prima di tutto sono due grandi tifosi del Piacenza Calcio. Il loro fu prima di tutto un atto di amore verso una piazza messa in ginocchio dagli eventi. Pochi fedelissimi li hanno seguiti nel periodo più difficile, sui campi di periferia dell’Eccellenza, quando il Piacenza era costretto a chiamarsi “Lupa”. Solo un pizzico di sana follia, spinto dalla passione, ma anche una grande capacità di pianificazione ha spinto i presidenti, già in quel periodo, a credere fortemente che un giorno non troppo lontano il Piace sarebbe tornato grande.
Sette anni di fatiche, di progetti, ma anche di grandi soddisfazioni: questo ha dovuto affrontare la nuova società per passare dalle stalle alle stelle. E non esiste buona scalata in cui non si tengano bene i punti di appoggio. Così il club ha saputo sempre consolidare quanto di buono costruito nel tempo per poi ripartire a testa alta verso ostacoli ancor più impegnativi.
L’Eccellenza dura un solo anno, perché nel 2012-2013 arriva la promozione in serie D con mister Viali: al termine della stagione finalmente il Piacenza poté tornare a chiamarsi con il suo nome.
Gli anni in D e l’arrivo di Franzini
Sono seguite tre stagioni in D che hanno visto alternarsi tanti giocatori, ma anche tanti allenatori: da Viali a Venturato, da Monaco a De Paola, fino ad arrivare all’attuale tecnico, Arnaldo Franzini. Il connubio con l’allenatore di Vernasca nasce subito sotto la buona stella. Al suo primo anno sulla panchina biancorossa Franzini porta la squadra alla promozione con ben 6 giornate d’anticipo: l’8 maggio 2016 il Piacenza fa registrare il record assoluto di punti nella storia della serie D
Serie D, il Piacenza batte anche il Seregno: è record
Dopo due stagioni con ottimi risultati Franzini sfiora la serie B arrivando a pochi secondi dalla promozione nella serie Cadetta. La grande delusione di Siena per molti anni rimarrà nell’immaginario collettivo come il sogno infranto della tifoseria biancorossa, ma anche come un punto importante della nostra storia.
Nessuno avrebbe potuto scommettere, fino a pochi anni prima, che i biancorossi sarebbero tornati così vicini al calcio che conta. Nessuno avrebbe nemmeno lontanamente immaginato di rivedere 12 000 persone allo stadio in serie C.
Eppure il Piacenza è qui, a giocare una nuova stagione che a detta degli stessi Gatti sarà entusiasmante.
Ora però il testimone è passato nelle mani di Roberto Pighi, dovrà essere lui a sfruttare l’enorme entusiasmo ricevuto in eredità dalla dirigenza precedente
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